A Maranello la rivoluzione elettrica arriverà, ma con la grazia di un cavallino che decide di trottare invece di galoppare. La tanto chiacchierata Ferrari Elettrica si farà, lo sappiamo bene, ma non sarà una supercar: parola del Chief Product Development Officer Gianmaria Fulgenzi, che ha spento gli entusiasmi di chi immaginava praticamente una 296 silenziosa.
L’Elettrica, infatti, sarà un’aggiunta alla gamma, non un sostituto. Il V12 può quindi dormire sonni tranquilli. Il concetto è semplice, perché per Ferrari, ogni tecnologia nuova deve essere rivoluzionaria nel suo segmento. E al momento, l’elettrico nel mondo delle supercar non lo è. Troppo peso, troppa fisica, troppo poco brivido.

Fulgenzi e il CEO Benedetto Vigna lo hanno detto senza mezzi termini che costruire una biposto elettrica che faccia tremare il cuore come una 296 GTB o una 12Cilindri è, per ora, impossibile. Almeno secondogli altissimi standard Ferrari. Il problema non è la potenza, di cavalli elettrici ce ne sono sempre fin troppi, ma la massa. Le batterie fanno ingrassare, e in un mondo dove ogni grammo conta, una Ferrari obesa non è contemplata. Certo, il torque istantaneo è una meraviglia, ma quando serve un servosterzo da camion per far curvare la macchina, la magia svanisce.
Dunque, la prima Ferrari completamente elettrica sarà un’auto più grande, un’ammiraglia GT, dove il peso extra può nascondersi tra la pelle pregiata e le quattro sedute. Fulgenzi promette che sarà agile “come una due posti”, ma con spazio per amici e bagagli.

Nel frattempo, a Maranello non si butta via nulla:, e ci mancherebbe. Il V12 resta il re, gli ibridi continueranno a evolversi, e l’elettrico farà il suo ingresso con discrezione. È una transizione calibrata, dove il silenzio del motore non deve trasformarsi nel silenzio del cuore. Ferrari, insomma, non vuole costruire l’ennesimo missile elettrico: vuole un’auto che resti un’esperienza, non un esercizio di efficienza.