Il volantino di Stellantis prima dello sciopero fa infuriare la FIOM

Dario Marchetti Autore
Torna lo spettro dell’autunno caldo in Italia? Andiamo a vedere cosa sta accadendo
Stabilimento Fiat Mirafiori

Lo spettro dell’autunno caldo torna ad aleggiare su Stellantis. A circa 24 ore dallo sciopero generale proclamato dai sindacati per protestare contro una deriva tale da preludere a licenziamenti di massa, a renderlo ancora più concreto è una mossa improvvida dell’azienda, sotto forma di un volantino in cui si invita in pratica il sindacato a chinare il capo e attendere le decisioni della dirigenza. Ovvero le stesse che secondo le rappresentanze dei lavoratori sarebbero alla base della crisi vissuta dall’azienda italofrancese. Per chi ha qualche anno in più non sfuggirà la similitudine con quanto avvenuto nel corso degli anni ’70, quando la FIAT cercò di favorire la spaccatura tra i lavoratori. Operazione poi sfociata nella celebre marcia dei 40mila tenutasi a Torino il 14 ottobre del 1980.

Il volantino di Stellantis fa infuriare la FIOM

“Stellantis siamo tutti e tutte noi. Con le polemiche non si risolve nulla. Capaci di competere con i migliori. #coraggio #intraprendenza #responsabilità”: questo il contenuto di un volantino comparso a distanza di poche ore dallo sciopero generale proclamato dai sindacati nelle bacheche aziendali degli stabilimenti Stellantis di Mirafiori e Pomigliano.

Operai FIOM Mirafiori

Guarniti da un logo Stellantis in alto su uno sfondo blu, i volantini sono andati in pratica a ricalcare le parole che erano state pronunciate da John Elkann, il presidente dell’azienda, nei giorni precedenti. Il messaggio a non disturbare il manovratore, però, non è stato assolutamente gradito dai sindacati, a partire dal più combattivo di essi, la FIOM.

Cosa aveva detto, Elkann, al proposito? Ecco le parole su cui è andata a concentrarsi l’attenzione per la troppo evidente similitudine con il volantino incriminato: “Oggi, come è accaduto in ognuno dei momenti difficili della nostra storia, intendiamo affrontare i problemi lavorando seriamente, insieme alle nostre persone e contando sugli elementi fondamentali dello ‘spirito Fiat’: coraggio per superare le difficoltà; intraprendenza per costruire il futuro; e senso di responsabilità verso le comunità a cui siamo legati. Con le polemiche strumentali, i rancori, i protagonismi non si risolve niente. Non si costruisce nulla”.

Un tempismo sospetto

Oltre alle parole, le quali accusano implicitamente i sindacati di voler essere protagonisti, che è poi l’esatto contrario di quanto sostenuto da molti lavoratori che nel corso degli ultimi anni hanno abbandonato quelli confederali in polemica con l’eccessiva tendenza a concertare, piuttosto che a protestare, a colpire i lavoratori è stato proprio il tempismo del volantino.

Manifestazione FIOM a Mirafiori

La sua comparsa sulle bacheche degli stabilimenti Stellantis è infatti avvenuta a meno di 24 ore dallo sciopero generale di oggi. A rendere pubblico il fastidio della FIOM per l’iniziativa è stato Giacomo Zulianello, delegato RSU dello stesso sindacato per le carrozzerie di Mirafiori. Il quale ha affermato: “Una provocazione e un’intimidazione. La nostra non è una polemica ma una lotta seria, responsabile e intraprendente per provare a salvare i posti di lavoro”.

Stranamente, infatti, la stessa Stellantis dovrebbe essere contenta di uno sciopero generale il quale non va certo a colpire una produzione che si fa sempre più stentata, ma a cercare di mettere pressione anche sulla politica. Per inciso, quella stessa politica che nelle ultime settimane ha riservato bordate di non poco conto alla dirigenza del gruppo. Tanto da spingere Matteo Salvini a indicare Carlos Tavares come il responsabile del disastro in atto a Mirafiori. Denunciato del resto dalla stessa FIOM.

Probabilmente, però, quello che a Elkann non sta bene è proprio l’attacco al manovratore. Testimoniato dalla risposta dello stesso Zulianello alla domanda relativa al salvataggio che occorre effettuare nei confronti dei posti di lavoro oggi a rischio. Secondo lui, questi posti di lavoro dovrebbero essere salvati “…da chi in questi quindici anni, da Marchionne a Tavares, non ne ha azzeccata una. Ci dicano come stanno le cose: hanno sbagliato tutto oppure stanno portando avanti un progetto di dismissione dell’auto in Italia?”. Una domanda non proprio peregrina, che a quanto sembra anche la politica inizia a farsi.

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