Immatricolazioni auto elettriche: una buona parte dei numeri è falsata?

Non sono poche le spinte per vendere a tutti i costi auto elettriche o a “far risultare” che questi stiano vivendo un periodo fiorente.
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Secondo i dati ACEA pubblicati questa settimana, l’Europa si attesta al 16,4% di veicoli elettrici sul totale delle nuove auto vendute nei primi dieci mesi del 2025, con un picco del 18,9% a ottobre. Numeri che, pur essendo significativi rispetto a un passato praticamente a zero virgola, sono ancora lontani dalle speranze che l’industria si era prefissata. Ma c’è di più. C’è come un “inganno” dietro a questa crescita.

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Citando l’Associazione tedesca dei costruttori (ZDK), Reuters racconta che l’impennata delle vendite in Europa è in parte artificiale. Questa sarebbe “spinta” dalla necessità dei produttori di immatricolare auto elettriche per rispettare gli standard CAFE sulle emissioni. Tradotto, un certo numero di veicoli elettrici viene immatricolato per necessità aziendale e non perché venduto a clienti reali. Insomma, una contabilità creativa per evitare multe.

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Nel frattempo, il mercato mondiale è in ebollizione. La Cina rimane il più grande mercato mondiale per i veicoli elettrici, con circa nove milioni di elettriche previste nel 2025. Nonostante questo, e nonostante le microcar elettriche costino meno di 9.000 euro (al cambio), la quota di vendite di veicoli completamente elettrici si stima resti sotto il 30% per l’intero 2025, il 56% se si includono gli ibridi plug-in. Che, alla fine della fiera, sono delle termiche vestite da elettriche. Un dato sorprendentemente basso, considerando il livello di sussidi.

Per l’industria, le cose potrebbero complicarsi ulteriormente nel 2026, quando il governo cinese prevede di ridurre i sussidi, mettendo in discussione la stabilità del mercato. E sul capitolo cinese, con le auto vendute ai concessionari per alzare le cifre, ci sarebbe anche molto altro da dire.

Un altro grattacapo geopolitico arriva dagli Stati Uniti. Dopo un exploit che ha portato la quota di elettriche al 10% nel 2024, per cui sono stati fondamentali le spinte dell’Inflation Reduction Act e degli sconti (federal EV tax credit) fino a 7.500 dollari, la situazione è drasticamente peggiorata. Con l’insediamento dell’amministrazione Trump e la conseguente eliminazione di questi sconti, il mercato è in stallo.

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Secondo Nikkei Asia, c’è un rischio di sovraccapacità nei nuovi impianti americani di produzione di batterie e auto elettriche, la cui costruzione è stata pianificata sulla base delle politiche precedenti. Le scelte della nuova amministrazione stanno creando un cortocircuito drammatico tra piani industriali di lungo termine e decisioni politiche spot. In definitiva, non sono poche le spinte per vendere a tutti i costi i veicoli a batteria o, peggio, a “far risultare” che questi stiano vivendo un periodo fiorente.