I veicoli elettrici sono davvero il futuro? Potremmo definire questo questito come la versione automobilistica del “senso della vita”, una questione che tormenta l’industria. Lo sappiamo, la responsabilità dell’impatto ambientale inquinante non è neanche lontanamente imputabile ai soli motori a combustione interna. Ma, si sa, qualcuno doveva pur pagare la transizione energetica.
Nonostante l’enorme hype e una popolarità percepita alle stelle nell’ultimo decennio, la dura realtà è che le vendite, alla fine, non hanno riflettuto questo entusiasmo. Ed è proprio questo disallineamento tra desiderio e portafoglio il catalizzatore fondamentale che guida la strategia pragmatica di Toyota, che continua a dare priorità alla produzione e alla vendita di veicoli ibridi rispetto ai full electric.

La filosofia di Toyota è riassunta nella strategia interna 1:6:90. Una cifra che suona più come un’equazione contabile che come una mossa ecologica, e che stabilisce che le materie prime necessarie per costruire un solo veicolo elettrico potrebbero essere utilizzate per assemblare sei ibridi plug-in o ben novanta ibridi tradizionali.
Tutto un gioco di ottimizzazione e di efficientamento delle risorse. E nonostante non si voglia sminuire la riduzione delle emissioni di carbonio da trasporto veicolare (soprattutto privato), è innegabile che l’impatto combinato di 90 ibridi sia tutt’altro che insignificante rispetto alla vendita di un’unica auto elettrica. Ma fa riflettere come materiali (con annesse emissioni) utili per arrivare a un elettrico siano ugualmente utili per così tanti veicoli, questi però molto più accessibili.

L’approccio di Toyota, intanto, si basa sulla comprensione che i clienti non sono ancora pronti. La famigerata ansia da autonomia rimane una preoccupazione significativa, fatto che rende gli ibridi plug-in e gli ibridi tradizionali infinitamente più attraenti. Questi modelli offrono il gusto (limitato) della propulsione completamente elettrica, senza mai togliere il conforto della vecchia e cara benzina.
Per chi ancora usa l’auto per recarsi in ufficio, d’altronde, i dati sono dalla parte dell’ibrido. Molti veicoli, infatti, sarebbero in grado di coprire il tragitto medio senza consumare una singola goccia di benzina. Va detto che, anche se la strategia di Toyota privilegia l’ibrido, questi veicoli sono in realtà incredibilmente complessi dal punto di vista ingegneristico, forse più dei moderni veicoli elettrici.
Alla lunga, chissà, in futuro, Toyota avrà avuto nettamente ragione. Resta, comunque, il consiglio migliore per tantissimi automobilisti che, nei fatti, non hanno affatto bisogno di percorrere 500 km (e passa) senza fare una sosta più o meno lunga.