Dall’1 novembre 2026 si consoliderà in Ue l’obbligo per tutti i nuovi modelli di veicoli elettrici e ibridi in grado di muoversi senza motore termico dovranno dotarsi dell’AVAS (Acoustic Vehicle Alerting System), un sistema progettato per emettere un segnale acustico automatico fino a 20 km/h. L’obiettivo è aumentare la sicurezza stradale per gli utenti vulnerabili, in particolare i pedoni con disabilità visive, che non percepiscono l’arrivo silenzioso di questi fantasmi su ruote.
Tuttavia, è proprio la scienza a reputare questi avvisi per nulla sufficienti. Uno studio condotto dai ricercatori dell’Università di Tecnologia di Chalmers, in Svezia, solleva un interrogativo cruciale: a cosa serve un avviso se è impossibile localizzarlo?

La ricerca, pubblicata sul Journal of the Acoustical Society of America, ha sottoposto 52 partecipanti a test in un ambiente acusticamente isolato. Esposti a tre tipi comuni di segnali AVAS emessi a bassa velocità, i soggetti hanno dovuto identificare la direzione e il numero di veicoli in movimento. I risultati sono impietosi: tutti i segnali AVAS testati sono risultati più difficili da localizzare rispetto al semplice e familiare rumore di un motore a combustione interna.
Il momento di massima confusione si è verificato con un segnale a due toni emesso contemporaneamente da tre veicoli. Nessun partecipante è riuscito a individuare correttamente la direzione di tutti i segnali entro dieci secondi. Il dottorando Leon Müller ha centrato il problema: le normative attuali, valide in Europa, Cina e Giappone, si concentrano unicamente sulla rilevabilità del segnale, ignorando la sua localizzazione o, peggio, la capacità di distinguere più veicoli simili.

Questo problema è cruciale nel “mondo reale”, come sottolineato dal professor Wolfgang Kropp. Mentre i test sui segnali acustici dei produttori vengono spesso eseguiti in ambienti sterili, il traffico è pieno di suoni ambientali che rendono i toni digitali standard quasi inutili. Il “rumoroso” motore termico, grazie ai suoi impulsi brevi e alla copertura di tutte le frequenze, è un suono più facile da percepire e, soprattutto, familiare all’orecchio umano.
Insomma, l’introduzione dell’obbligo AVAS con scadenza al 2026, che per pragmaticità esenta i veicoli già in circolazione, rischia di essere un’azione legislativa che risolve il problema solo sulla carta. La ricerca evidenzia l’urgente necessità di ripensare il design sonoro dell’AVAS per garantire che sia efficace sia nella rilevazione, sia, soprattutto, nella localizzazione.
