In Giappone si pensa a stoppare la vendita delle vetture tradizionali dal 2035

Natale LiVecchi Autore Auto
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ecobonusIn ogni parte si sta sempre più diffondendo la volontà di dire addio alle vetture alimentate dai motori tradizionali. In occidente abbiamo già visto casi simili nei Paesi scandinavi quindi in Inghilterra, ora notizie di questo tipo provengono anche dal Giappone.

Nel Paese del Sol Levante si sta diffondendo la possibilità di vietare a partire dal 2035 la vendita di nuove vetture a benzina o diesel per favore solamente l’adozione di veicoli alimentati ad elettricità. A fornire un quadro dettagliato sulla vicenda è stata l’emittente giapponese NHK che ha sottolineato la possibilità che il governo di Yoshihide Suga voglia allineare il Giappone alle politiche già disposte altrove.

Lo stop alle vetture tradizionali sarebbe garantito da un programma ancora in fase di definizione da parte del ministero dell’industria giapponese. Tuttavia in precedenza lo stesso Suga aveva ammesso che avrebbe presentato tutte le informazioni necessarie entro la fine dell’anno incentrando il programma su diversi obiettivi ambientali. In questo modo si aprirebbe un percorso che porterebbe il Giappone all’azzeramento delle emissioni già a partire dal 2050. Quindi l’obiettivo è quello di fissare tempistiche adeguate politiche per il raggiungimento del traguardo che porterà allo stop della vendita di vetture alimentate a carburanti tradizionali. Se tutto procederà per il meglio, il Giappone diventerebbe la seconda nazione tra quelle che fanno parte del G7 ad aver già fissato un termine nel 2035. Come accennato all’inizio sarebbe infatti alle spalle del Regno Unito, sebbene altri Paesi stanno già definendo gli ultimi dettagli sulla questione.

Negli Stati Uniti anche la California ha già fissato pure nel 2035 il termine ultimo per la vendita di vetture endotermiche mentre in Europa hanno aperto la strada la Norvegia e l’Olanda. In Germania nel frattempo si stanno valutando diversi aspetti, mentre l’Unione Europea definirà a breve un set di raccomandazioni da indirizzare a tutti gli Stati membri.

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