INEOS Grenadier: per un’esperienza d’altri tempi in fuoristrada

Natale LiVecchi Autore Auto
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Jim Ratcliffe, CEO di INEOS e uno degli uomini più ricchi del Regno Unito, non ha mai digerito l’estromissione dal mercato e dai listini della Land Rover Defender precedente all’attuale generazione. Una condizione che lo ha portato alla realizzazione di un nuovo fuoristrada fortemente ispirato a questa. Essendo inglese, lo chiamò in onore del pub dove era nata l’idea: The Grenadier, ovvero INEOS Grenadier.

Condurre al lancio l’INEOS Grenadier ha comportato una battaglia legale con Jaguar Land Rover sul diritto di costruire qualcosa con una relazione visiva così importante con il classico Defender di Land Rover. Magna Steyr ha progettato il Grenadier in Austria in accordo con l’adozione di un motore BMW a sei cilindri in linea: il fuoristrada di INEOS è destinato a essere costruito in quella che fino a poco tempo fa era una fabbrica Daimler ovvero lo stabilimento di Hambach, in Francia, originariamente realizzato per la realizzazione della Smart ForTwo.

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Jim Ratcliffe posa accanto all’INEOS Grenadier

Dopo aver speso quella che secondo quanto riferito era una somma a nove cifre per riadattare Hambach per produrre le Mercedes EQA ed EQB, Daimler ha scelto di trasferire la produzione dei veicoli elettrici compatti in Ungheria. Pertanto, INEOS è stata in grado di acquisire quella che era effettivamente una struttura nuova di zecca dotata di robot di linea ancora confezionati: INEOS continuerà a produrre la Smart ForTwo elettrica per diversi anni come parte dell’accordo.

L’INEOS Grenadier possiede linee deliberatamente concentrate sul passato. Mentre il nuovo Land Rover Defender è passato a una configurazione stilistica indipendente e si rivolge ad acquirenti facoltosi incentrati sul nuovo stile di vita legato ad un approccio più da SUV: il Grenadier è rivolto a coloro che si aspettano meno concessioni dai loro SUV, cioè più utilità che sport.

L’INEOS Grenadier ragiona fuori da ogni schema

In quanto tale, l’INEOS Grenadier è caratterizzato da una struttura body-on-frame con assi in tensione su entrambe le estremità e una scatola delle ridotte a due velocità di serie, insieme a un differenziale centrale autobloccante. Il bloccaggio elettronico dei differenziali anteriori e posteriori sarà opzionale, ma il Grenadier non ottiene modalità di guida regolabili come il sistema Terrain Response di Land Rover, né molle pneumatiche regolabili in altezza o ammortizzatori adattivi. Questo vuole essere un veicolo semplice e robusto capace di vivere nella vera natura selvaggia; l’attuale alternativa più vicina al mercato statunitense è rappresentata da Jeep Wrangler.

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Lo stabilimento di Hambach conferma che l’INEOS Grenadier sarà un fuoristrada molto diverso da quello che l’ha ispirato. Il vecchio Defender è stato costruito in una parte buia della fabbrica Land Rover di Solihull con tolleranze che potrebbero essere gentilmente descritte come altamente variabili. La linea che ospita il Grenadier sembra più una sala operatoria, con scocche scansionate per confermare una precisione superiore a 1 millimetro. Nonostante le somiglianze esterne, il nuovo fuoristrada è sostanzialmente diverso sotto la superficie. Uno sguardo all’interno dei parafanghi anteriori rivela una struttura intricata che fornisce la deformazione necessaria per consentire alle loro distintive parti superiori piatte di soddisfare gli standard di impatto sui pedoni.

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Anche il vano motore dell’INEOS Grenadier sembra molto ben riempito dal motore di origine BMW. INEOS offrirà propulsori sia a benzina che diesel a 6 cilindri da 3,0 litri: la variante a benzina eroga 281 cavalli e 450 Nm di coppia ed è abbinata a un cambio automatico ZF a otto rapporti. Un’opzione di cambio manuale sarebbe stata più in linea con lo spirito dell’INEOS Grenadier, ma è stata considerata troppo costosa da sviluppare.

Interni squadrati e spaziosi

L’abitacolo del Grenadier sembra più spazioso degli angusti interni del vecchio Defender e il cruscotto ha un design piacevolmente utilitaristico: la disposizione dei pulsanti sulla console centrale e sul tetto ha una forte somiglianza con quello a disposizione del suo illustre predescessore. Un unico display centrale trasmette tutte le informazioni di guida; quello che sembra un pacchetto di strumenti digitali secondario davanti al volante ospita solo spie di avvertimento. L’origine del propulsore è resa evidente dal familiare design a bulbo del selettore del cambio BMW, sebbene la scatola di trasferimento sia gestita da una leva meccanica separata accanto ad essa.

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Tutte le basi a disposizione dell’INEOS Grenadier sono certamente promettenti, con il pedale dell’acceleratore ponderato per dare risposte iniziali gentili adatte alla guida in fuoristrada e il motore che ha grinta già dalla fascia media per continuare a muoversi nel fango più corposo.

Sebbene la mancanza di regolazioni elettroniche sia destinata a far parte dell’attrattiva principale del Grenadier, richiederà alcuni aggiustamenti per coloro che si sono abituati alle varie modalità prevalenti a bordo dei moderni SUV di fascia alta. E non c’è alcuna opzione per aumentare l’altezza di marcia della sospensione (l’altezza da terra è di 27 centimetri). Il Grenadier non ha nemmeno il controllo in discesa, che è diventato quasi uno standard tra i fuoristrada di oggi.

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Per molti potenziali clienti, l’approccio al ritorno alle origini sarà una parte fondamentale dell’attrattiva dell’INEOS Grenadier e fornirà un legame indiscutibile con il veicolo che lo ha ispirato. Sospettiamo che la versione finita sembrerà molto più simile al classico Defender rispetto al nuovo Land Rover Defender. L’esperienza di guida proveniente dal passato non sarà accompagnata da un prezzo altrettanto “vintage”, ma comunque molto interessante: in Italia, da 60.500 euro.

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