Jaguar Land Rover si trova a fronteggiare una delle crisi più delicate della sua storia recente a causa di un attacco informatico che ha colpito i sistemi globali del Gruppo, costringendo allo stop totale della produzione e bloccando processi vitali come la gestione delle vendite e degli ordini dei ricambi.
A distanza di settimane, la situazione non è ancora sotto controllo e la ripartenza degli stabilimenti, inizialmente prevista in tempi rapidi, è stata rinviata al 24 settembre, con la possibilità che i tempi si allunghino ulteriormente. In un comunicato ufficiale, la società ha informato dipendenti, partner e fornitori di aver esteso la sospensione delle linee produttive per garantire una ripresa graduale e sicura delle attività.

Jaguar, pur esprimendo rammarico per i disagi causati, ha precisato che le indagini sono ancora in corso e che il percorso di recupero sarà lungo e complesso, considerata l’entità dei danni subiti. Dietro l’attacco ci sarebbe un gruppo di hacker noto come “Scattered Lapsus Hunters”, che ha rivendicato l’operazione.
Secondo quanto riportato da Automotive News Europe, circa 40.000 vetture già prodotte e pronte per la distribuzione risultano attualmente “introvabili” nei sistemi informatici, generando un caos logistico senza precedenti. Il Gruppo sta lavorando intensamente per ricostruire i database compromessi e rintracciare le auto, che non sono fisicamente scomparse ma risultano al momento bloccate da un blackout gestionale.

L’impatto economico è altrettanto significativo. Gli analisti stimano che ogni giorno di stop produttivo costi a Jaguar Land Rover circa 5 milioni di sterline, pari a quasi 5,8 milioni di euro. Una cifra enorme che, moltiplicata per settimane di inattività, rischia di pesare in modo rilevante sui bilanci dell’azienda. A risentirne non è solo il costruttore, ma anche la rete di fornitori, molti dei quali hanno già interrotto la loro attività a causa del blocco.
Nel Regno Unito si discute di misure straordinarie di sostegno per evitare che le piccole e medie imprese legate alla catena produttiva possano subire danni irreparabili o addirittura fallire.
Il caso Jaguar Land Rover mette in evidenza quanto l’industria automobilistica, ormai totalmente digitalizzata, sia vulnerabile a cyberattacchi di questa portata. La sfida non sarà soltanto ripristinare i sistemi, ma anche rafforzare le difese informatiche per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro.