Hacker anti Jaguar Land Rover costano una montagna di debiti: quanti

Per l’attacco hacker, Jaguar Land Rover costretta a contrarre debiti con vari istituti di credito, così da tutelare anche i fornitori.
Hacker anti Jaguar Land Rover costano una montagna di debiti Hacker anti Jaguar Land Rover costano una montagna di debiti

L’offensiva di hacker del 31 agosto 2025 a Jaguar Land Rover, forse con richiesta di riscatto, ha paralizzato la produzione del Gruppo britannico, che non dà più commesse ai fornitori: la novità di oggi, 29 settembre, è che la società di proprietà dell’indiana Tata contrae debito per ripartire e per dare ossigeno all’indotto. 

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Hacker anti Jaguar Land Rover costano una montagna di debiti: due conti

  1. Prestito di 1,7 miliardi di euro con garanzia del Regno Unito tutelato dall’agenzia di credito all’esportazione della Gran Bretagna, UK Export Finance da restituire in cinque anni. La garanzia di prestito del governo è progettata per contribuire a sostenere la catena di fornitura e proteggere i posti di lavoro qualificati nelle West Midlands, nel Merseyside e in tutto il Regno Unito.
  2. Prestito di 2,3 miliardi di euro da più banche globali. Zero indiscrezioni su eventuali garanzie e sulle tempistiche di rientro.

Totale: 4 miliardi di euro. Non si sa di più: nessuna info sui tassi di interesse.

Si ricomincia

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JLR riprenderà alcune delle sue operazioni di produzione nei prossimi giorni. La società aveva già avuto difficoltà quest’anno, riportando un calo delle vendite trimestrali di quasi l’1% a luglio. Dovuto a una temporanea interruzione delle spedizioni negli Stati Uniti dopo che l’amministrazione Donald Trump aveva imposto tariffe su tutte le importazioni di auto. 

L’azienda ha tre fabbriche in Gran Bretagna che producevano (prima dello stop) un totale di circa 1.000 auto al giorno. Secondo la BBC, sta perdendo almeno 50 milioni di sterline (58 milioni di euro circa) a settimana dopo la chiusura delle sue fabbriche, con molti dei suoi 33.000 dipendenti invitati a rimanere a casa. Il colosso impiega 30.000 lavoratori nel Regno Unito e sostiene 100.000 posti di lavoro nella catena di fornitura, molti dei quali sono a rischio a causa dell’interruzione della produzione. L’attacco è stato l’ultimo di una serie di attacchi informatici e ransomware che hanno preso di mira aziende in tutto il mondo. In Gran Bretagna, nomi noti come Marks & Spencer e il Co-op Group sono caduti vittime di violazioni sempre più sofisticate. 

Cyberattacco all’auto: preoccupante

“Questo cyberattacco non è stato solo un assalto a un iconico marchio britannico, ma al nostro settore automobilistico leader mondiale e agli uomini e alle donne il cui sostentamento dipende da esso”, ha dichiarato il Segretario per gli Affari e il Commercio, Peter Kyle, come riportato da Reuters. Gli hacker, magari con pretese di riscatto, potrebbero attaccare anche altri Gruppi auto. È un incubo latente per il settore, già in grave difficoltà per la maggior parte. JLR aveva già abbastanza problemi da affrontare senza cercare di risolvere come far arrivare i soldi alle parti giuste della sua catena di fornitura. Se si riesce a garantire che questi fondi vengano distribuiti rapidamente, la catena di fornitura automobilistica del Regno Unito sarà salva. Tuttavia, la velocità è essenziale. Chiaro che viene protetto questo periodo di stop: altri giorni di interruzione avrebbero un peso specifico superiore.

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La ripresa è fondamentale per arginare i danni e ristabilire la fiducia nel mercato automobilistico britannico, dimostrando resilienza di fronte a minacce cyber sempre più pervasive e dannose.

Hacker anti Jaguar Land Rover costano una montagna di debiti

A tutti serve una maxi protezione

L’incidente evidenzia la vulnerabilità critica dei sistemi informatici moderni in aziende con catene di fornitura complesse. Il prestito, necessario per la sopravvivenza immediata, rappresenta un onere finanziario: vedremo se rallenterà gli investimenti in innovazione e transizione elettrica. È un campanello d’allarme per tutte le grandi corporazioni: la cyber-sicurezza come pilastro della continuità operativa e della stabilità economica nazionale.