Un treno elettrico in corsa verso l’ignoto, che non intende fermarsi: ecco cos’è Jaguar secondo noi, quando insiste con la campagna woke. Il Giaguaro non lascia, ma raddoppia. Secondo il futuro CEO PB Balaji, i clienti stanno rispondendo positivamente.
La polemica è iniziata con una campagna di marketing del 2024, parte della strategia Reimagine di Jaguar, che mira a trasformare il marchio in una linea completamente elettrica entro il 2026. Il video promozionale del rebranding presentava uno stile minimalista e d’avanguardia con immagini e modelli vivaci. Niente macchine, nessun design né motori a benzina che da sempre fanno impazzire gli appassionati. In più, rimozione dell’iconico emblema del felino che salta aggredendo con classe e stile la vita.
Gli slogan
Il video promozionale, su varie piattaforme social, ha suscitato perplessità: modelli di diverse età, generi (non sempre definibili in modo immediato) e provenienze, immersi in sfondi molto colorati e accompagnati da una colonna sonora techno. Con lo slogan “live vivid” e “delete ordinary”: “vivi in modo vivido” e “cancella l’ordinario”. Addio alla straordinaria e immensa eredità di glamour del Giaguaro: l’individuo che ama vivere la vita, spesso in piacevole compagnia.

Jaguar sulle barricate
Per rispondere alle critiche, la Casa si è messa sin da subito sulle barricate parlando di odio e intolleranza e spiegando che la strategia era quella di differenziarsi dalla concorrenza: se giochiamo allo stesso modo di tutti gli altri, verremo sopraffatti; quindi non dobbiamo presentarci come un marchio di auto. Questa la strategia anti Cina, in buona sostanza.
Jaguar insiste con la campagna woke: reazione entusiasmante dei consumatori
Balaji, che assumerà la carica di CEO a novembre 2025, ha respinto le critiche (dei social, dei siti e di Trump). Dichiarando che la strategia dell’azienda è quella di connettersi con i clienti e che la reazione del mercato è stata entusiasmante. Il rebranding sarebbe una mossa audace e innovativa per attirare un pubblico più giovane. Il futuro boss ha ribadito che il rebranding fa parte degli obiettivi a lungo termine dell’azienda per riposizionare Jaguar come un marchio di lusso completamente elettrico.
Chi è Balaji: un ingegnere
Balaji ora è Chief Financial Officer del Gruppo Tata Motors dal mese di novembre del 2017: rammentiamo – come tutti sapete – che gli indiani sono i proprietari delle due Case britanniche. Laureato in ingegneria meccanica presso l’Indian Institute of Technology di Chennai, lavora da 32 anni nei settori automobilistico e dei beni di largo consumo. Adesso, difende la campagna sul Giaguaro (che ha ereditato) e risponde per le rime alle critiche.