Le Case auto tedesche temono la concorrenza cinese? Per il cancelliere Scholz non c’è motivo

Ippolito Visconti Autore News Auto
Le aziende germaniche non dovrebbero temere il Dragone.
scholz

Fra fabbriche che chiudono, disoccupazione, tensioni sociali, vendite di auto cinesi che assalgono l’Europa, Dragone che ci invade, parrebbe che le Case tedesche temano la concorrenza dei costruttori con sede oltre la Grande Muraglia. Ma per il cancelliere Olaf Scholz non c’è motivo: “Non dovrebbero avere paura”, ha affermato lunedì all’inaugurazione del primo impianto di riciclaggio delle batterie della Mercedes-Benz (un investimento che ha descritto come parte della nuova agenda di politica industriale della Germania). Lo riporta la Reuters.

Tutte queste dicerie prive di fondamento

“Alcuni dicono che la Cina può fare molto meglio di noi con i motori elettrici”, esordisce Scholz. “Le aziende tedesche non devono temere questa concorrenza”, ha affermato perentorio. Lo direbbe la storia. In passato, l’industria aveva resistito alla forte concorrenza della Corea del Sud e del Giappone. Quindi, come ieri ha vinto, lo farà anche in futuro. Il cancelliere è contro le tasse dell’Unione Europea sui veicoli elettrici (EV) di fabbricazione cinese. L’UE dovrebbe utilizzare tali misure laddove il dumping e i sussidi mettono effettivamente i produttori europei in una situazione di svantaggio, a esempio nell’industria siderurgica, ha aggiunto. 

Scholz

Germania auto in tilt

Il settore automobilistico europeo sta affrontando molteplici sfide, che vanno dagli elevati costi di produzione alla gestione del passaggio ai veicoli elettrici, fino al calo della domanda e all’aumento della concorrenza. Questi problemi hanno portato alcune Case automobilistiche europee a ridurre la capacità, mentre il principale player della regione, Volkswagen sta valutando per la prima volta la chiusura di stabilimenti in Germania. Tutti gli stabilimenti Mercedes sono ben utilizzati, a parte uno stabilimento a Sindelfingen, ha affermato Joerg Burzer, membro del consiglio di amministrazione Mercedes responsabile della produzione. Le vendite del terzo trimestre di Mercedes in Cina, dove il gruppo realizza circa un terzo delle sue vendite, sono diminuite del 13%, colpite in particolar modo dalla minore domanda di lusso dovuta alla crisi immobiliare, che ha colpito in particolare la Classe S. BMW alle prese col richiamo Continental sui freni e ora col richiamo in Cina.

L’Ue sta imponendo tariffe elevate sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese, affermando che beneficiano di sussidi statali ingiusti. Pechino nega tutto ciò e ha minacciato ritorsioni, mentre le Case automobilistiche tedesche, che realizzano circa un terzo dei loro profitti in Cina, hanno espresso preoccupazione e chiesto ulteriori colloqui. 

Maneggiare con cautela

Il cancelliere germanico è convinto di quanto sostiene? O bluffa? Di certo, l’invasione giapponese e coreana non è paragonabile a quella cinese: quella dell’ex Celeste Impero è basata su una superiorità tecnologica spaventosa, col controllo totale della filiera dell’elettrico, e con le batterie che arrivano proprio da loro (BYD, CATL e altri). Maneggiare con cautela le previsioni dei verdi sinistroidi Ue: di tutte le previsioni sul full electric, con un mondo green migliore e nuovi posti di lavoro a beneficio di un crollo delle emissioni, non se n’è verificata nemmeno una. L’utopia elettrica ha ceduto il posto alla distopia della disoccupazione dilagante, col terrore per il futuro.

In fatto di auto elettrica, l’Europa non ha le materie prime né i costi energetici adeguati. Massacrando l’auto termica, si devasta il tessuto industriale europeo: 13 milioni di lavoratori. E il 7% del PIL, con un gettito fiscale di 400 miliardi di euro. Un suicidio da cui trae beneficio Pechino. 

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