La rivoluzione dei veicoli elettrici non è più un duello serrato, ma una sfida già segnata. Mentre Tesla dominava incontrastata come pioniere dell’elettrico, oggi è il colosso cinese BYD a guidare la trasformazione globale, non solo superando la concorrenza, ma addirittura lasciandola indietro.
I numeri parlano chiaro e fanno male al brand americano. Nel secondo trimestre del 2025, le vendite di BYD hanno triplicato quelle di Tesla, accompagnate da una redditività sorprendente che ha spiazzato anche gli analisti più ottimisti.
Mentre BYD si consolida come potenza industriale dell’elettrico, Tesla sembra deviare dalla sua missione originaria, puntando su robotaxi sperimentali, androidi futuristici e iniziative politiche polarizzanti volute da Elon Musk. Nel dettaglio, Tesla ha consegnato 384.122 veicoli nel Q2 2025, segnando un calo del 13,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Al contrario, BYD ha totalizzato 1.145.150 vendite, con un incremento del 16%, superando per il terzo trimestre consecutivo Tesla nel segmento dei veicoli elettrici a batteria.

Anche sul fronte finanziario i ruoli si sono invertiti. Gli utili Tesla si sono ridotti del 40% e senza i crediti ambientali (ormai in via di eliminazione negli States) avrebbe chiuso in rosso. BYD, invece, ha registrato 1,26 miliardi di dollari di utile netto, superando per la prima volta la casa di Palo Alto.
La gamma Tesla mostra segni di invecchiamento. Cybertruck, un tempo simbolo d’innovazione, si è rivelato un fallimento commerciale, con Model S, X e Cybertruck insieme che non superano le 10.000 unità vendute nel trimestre. In più, la fine dei crediti d’imposta federali renderà le vendite ancor più difficili. A tutto questo si aggiunge la turbolenta figura di Elon Musk, sempre più coinvolto in battaglie politiche che rischiano di danneggiare l’immagine del brand. La sua ultima idea? Un nuovo “America Party”, che unisce Tesla a un’agenda personale controversa.
Mentre Musk guarda a robotaxi, FSD e intelligenza artificiale, BYD occupa il mercato auto, specie per privati. Con un’offerta che spazia da citycar economiche a berline di lusso da oltre 150.000 dollari, l’azienda cinese aggiorna costantemente il catalogo e spinge sull’innovazione. I suoi ADAS di Livello 2 sono già standard e ha annunciato una tecnologia per ricariche ultra-rapide in 5 minuti.

Anche BYD ha i suoi punti deboli. La guerra dei prezzi in Cina, con sconti fino al 34%, ha spinto in basso il valore delle azioni. E nuovi competitor come Xiaomi, con il crossover YU7, promettono di insidiare Tesla. Per gli investitori, il bivio è chiaro: BYD è una scommessa sul presente tangibile dell’elettrico; Tesla, sul futuro ipotetico guidato dall’AI e dalla visione personale del suo fondatore. Chi avrà ragione?