Lotus lascia UK per gli USA? Geely nega, ma i vantaggi fanno gola

Non è vero che abbandona la Gran Bretagna, anche se i plus sarebbero notevoli in USA.
lotus-elise-ice lotus-elise-ice

La cinese Geely smentisce categoricamente l’indiscrezione del FT secondo cui Lotus (uno dei tanti marchi del colosso orientale) dica addio alla Gran Bretagna per trasferirsi in USA. Pur tuttavia,  i plus sarebbero notevoli se la leggendaria Casa britannica approdasse in terra yankee. Parliamo della fabbrica di Hethel, nel Norfolk, 1.300 posti di lavoro. Questa decisione sarebbe stata influenzata da una combinazione di fattori: calo delle vendite, problemi nella catena di approvvigionamento, maxi dazi di Trump sulle macchine che arrivano dall’Europa.

Advertisement

Ma il gossip da dove arriva? Il CEO di Lotus, Feng Qingfeng, avrebbe dichiarato durante la conference call sui guadagni del primo trimestre (25 giugno 2025): “Crediamo che la localizzazione sia un piano fattibile”; si può “sfruttare la nostra strategia negli Stati Uniti per recuperare le perdite dovute all’aumento delle tariffe”. Lo riporta Autocar.

Advertisement

“Lotus Cars sta continuando le normali operazioni e non ci sono piani per chiudere la fabbrica”, dice il gigante del Dragone. Comunque, si stanno “esplorando attivamente opzioni strategiche per migliorare l’efficienza e garantire la competitività globale in un mercato in evoluzione”. Paura del governo del Regno Unito: il Segretario di Stato per le Imprese e il commercio, Jonathan Reynolds, incontrerà il colosso del Celeste Impero per cercare di scongiurare una potenziale chiusura. D’altronde, la produzione a Hethel è stata sospesa da metà maggio 2025 per gestire le scorte.

lotus fabbrica

Lotus negli Stati Uniti: affarone per la cinese Geely

Perché mai Lotus dovrebbe dire addio a UK e produrre in USA? Cosa ci guadagna? Eviterebbe i dazi. Sia le tariffe per auto che arrivano dall’Europa sia le barriere anti Cina. Nel Regno di Mezzo, Geely produce Lotus Eletre ed Emeya. Nel caos totale di misure e smentite, grosso modo siamo a 25% di dazi dall’Europa e al 100% di dazi da Pechino. Se costruisci tutto negli States, mercato di enorme importanza, hai un risparmio immenso. Tutto facile e veloce. Si sa che vincerebbe Trump ancora una volta, e questa cosa darebbe molta noia a parecchi. Ma ormai molte aziende europee si stanno adeguando, mentre quelle statunitensi battono le mani a The Donald.

È una forma di abbassamento del rischio per ridurre la vulnerabilità a future restrizioni commerciali: se le tensioni Washington-Pechino salissero, Geely avrebbe già una base produttiva in Nord America.

Geely negli USA con Lotus: strapotere cinese

Advertisement

Geely ha negli Stati Uniti stabilimenti di produzione sottoutilizzati di altre aziende del Gruppo: vedi la fabbrica Volvo a Ridgeville, nella Carolina del Sud. Questo ridurrebbe i costi di avvio e il tempo necessario per iniziare la produzione in un nuovo sito. L’invasione cinese è planetaria, programmata, scientifica, intelligente, inesorabile. Ma per Trump sarebbe un successo: più lavoro locale e più indotto.

Sarebbe un colpaccio per Lotus con le sue auto di lusso e ad alte prestazioni: niente spedizioni, zero traversate oceaniche, nessun imbottigliamento per i noli delle navi cargo o per le guerre e le tensioni internazionali. La reattività di Lotus in loco verrebbe decuplicata, in base ai desideri dei consumatori, sempre più volubili, imprevedibili, inafferrabili.

lotus-exige-sport-410-20th-anniversary-special-edition

Voglia di ibrido

Se l’elettrico è un flop in EU col suo misero 15% di quota mercato, nonostante il doping di Francia e Germania, anche in USA va malissimo. Ovunque, c’è una gran voglia di ibrido, semplice e comodo, come il successone planetario di Toyota insegna. Lotus si adatterebbe al volo alle richieste del mercato degli States.

Soldi dallo Stato

Advertisement

Sia il governo statale sia quelli locali offrono spesso incentivi lato offerta, alle Case che fanno auto in USA espandendo gli stabilimenti produttivi e creando posti di lavoro: agevolazioni fiscali che farebbero molto comodo a Lotus, mentre nessuno sa l’UE dove andrà, una sorta di terra dell’incertezza assoluta.

In generale, siccome parliamo di una società per macinare profitti, se arrivano forti pressioni economiche e geopolitiche sul settore automobilistico globale, la scelta dolorosa (ciao Europa) può divenire obbligata. Un segnale preoccupante per la Gran Bretagna, alle prese con la drammatica transizione elettrica. Sotto questo profilo, si ha il pieno allineamento all’Unione Europea, come se la Brexit non fosse mai esistita: lo strapotere delle lobby green.

X