In ossequio alla linea ultra green della Commissione Europea, la Francia spinge più che può l’auto elettrica dopando il mercato con artifizi: è il caso del leasing sociale, riproposto con una formula molto più debole e fragile. Nonostante media compiacenti e lobby iper verdi, siamo a un tristissimo 15% di quota mercato full electric, lontani anni luce dal 100% auspicato nel 2035. È un fuggitivo che in un anno deve scavare un tunnel lungo 100 metri per scappare: si ritrova a 15 metri dopo 11 mesi, avendo già fatto ricorso a qualsiasi strumento possibile e immaginabile. Qualcuno vorrebbe il leasing sociale anche in Italia: in realtà, qui abbiamo fin troppi guai, non c’è spazio per altre criticità gravi.
Auto elettriche: doping e leasing
La favoletta verde vuole che il primo leasing lanciato nel 2024 sia stato un successo. Davvero? E allora, perché non viene riproposto con la stessa formula? Risposta: perché qualcuno i soldi deve metterceli. La macchina viene data al cliente di un ceto sociale basso che pagherà un canone di 100 euro al mese più assicurazioni più le eventuali penali per sinistri di qualunque genere più i possibili addebiti alla restituzione non conforme al contratto (percorrenza, danni interni ed esterni, condizioni del mezzo). Pur di compiacere Bruxelles, i transalpini giochicchiano col leasing sociale, che in realtà è una questione straordinariamente seria e delicata, per le responsabilità pesantissime a carico di chi la guida. Bell’affare per chi aveva detto sì: si ritroverà senza veicolo (non è suo né mai lo sarà perché non ha i quattrini per riscattarlo), con possibili penali da sinistro e da restituzione. Si scherza col fuoco.
Escamotage fra mille obblighi: alla faccia della transizione naturale
In base al decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, a dare in leasing le auto non sarà più lo Stato. Tutto in mano ai fornitori energetici. Il meccanismo? Si useranno i Titoli di Risparmio Energetico che ogni società energetica è obbligata a emettere per finanziare iniziative a favore della transizione.
Ricapitoliamo. C’è l’obbligo di auto elettriche UE, con la Francia che fa il leasing sociale in tono minore, i fornitori che impiegano i Titoli di Risparmio Energetico con obbligo di emissione, a favore della transizione su cui pesa l’obbligo dell’UE. Perbacco, questa sì che è un’iniziativa spontanea. EDF (Électricité de France) ed Engie (ex GDF Suez) sono grandi fornitori energetici in Francia, e con lo Stato francese che ne detiene quote significative (o la totalità per EDF). Si veicolano fondi pubblici verso la transizione ecologica senza gravare direttamente e pesantemente sul bilancio generale dello Stato in modo immediato. Se le cose andassero per il verso giusto, allora la stessa strategia verrebbe usata per il bonus ecologique, incentivo all’acquisto di elettriche che ha subìto una decurtazione tremenda.
Chi mette i soldi?
L’auto elettrica costa cara come il fuoco. Lo Stato francese s’è svenato sia per il bonus sia per il leasing. Ora cerca un’alternativa. Ma alla fine i soldi in qualche modo qualcuno deve metterli sul piatto. Ballano briciole: 369 milioni di euro. L’importo massimo per ogni auto arriva a 7.380 euro: davvero basso. L’elettrica ha prezzi stratosferici.

Anticipo zero e canone di 100 euro te li scordi
Il programma di leasing sociale Mon Leasing Électrique lanciato dal governo francese nel 2024, mirato a rendere l’auto elettrica accessibile anche ai redditi più bassi, era di consentire alle famiglie con un reddito fiscale di riferimento inferiore a 15.400 euro per singola quota di prendere in uso un veicolo elettrico a canoni mensili attorno a 100 euro, a seconda del modello e della durata del contratto. Un leasing, anche se molti parlano di noleggio a lungo termine: no, questa seconda formula è un all inclusive, con assicurazioni e manutenzione. Differenza immensa.
I canoni erano ridotti per il contributo statale (fino a 13.000 euro per veicolo). Modelli ammissibili: per esempio Renault Twingo E-Tech, Renault Clio E-Tech ibrida, Peugeot e-208, Citroën ë-C3. Zero anticipo. Circa 90.000 richieste, a fronte di un budget iniziale che prevedeva di coprire 25.000 veicoli per il 2024. Programma sospeso a febbraio 2024.
Nel 2025 i canoni saranno più alti, oppure potrebbe essere richiesto un anticipo. Target: 50.000 elettriche, di cui 5.000 in Comuni con i livelli peggiori della qualità dell’aria. Problema: il leasing sociale non sarà cumulabile col bonus ecologique. Addio al canone di 100 euro. Poco alla volta, si passa dal leasing sociale per i meno abbienti al leasing per chi i quattrini li ha davvero. Inoltre, ciao ciao libertà: al massimo, si pensa all’utilizzo del veicolo per finalità lavorative su un percorso di almeno 15 chilometri al giorno e 8.000 km l’anno. La transizione verde che t’impone come e quando usare il mezzo privato.
La scossa della paura
Cosa emerge? È fattuale: leasing sociale con una formula meno generosa; gestione affidata ai fornitori energetici. Pertanto, massima cautela. Nessuno intende accollarsi rischi finanziari eccessivi e oneri che vadano oltre la normale operatività. La riduzione del contributo statale per veicolo e l’impossibilità di cumulare il leasing sociale con il bonus écologique indicano una direzione verso una maggiore paura nei confronti del full electric. Meno convinzione. In compenso, anticipo e canone maggiorato. Pessimi indicatori. Peccato: un sacco di risorse ed energie impiegabili per le stazioni ultra rapide in stile Tesla, vera anima della diffusione dell’elettrico.
Comunque, gli incentivi devono essere progettati in modo da essere finanziariamente sostenibili sul lungo termine, con interventi di ampio respiro, evitando gli stop and go: altrimenti si va a singhiozzo in modo confuso e disordinato.
Doping insidioso
Col doping di Francia e Germania, le due vere stampelle di sinistra dell’UE, l’elettrico arriva al 15%. Appena si fa l’esame antidoping e scatta la squalifica, l’elettrico crolla. È tutto falsato, assieme alle km zero, immatricolazioni fai-da-te per evitare le multe di 16 miliardi di euro di Bruxelles. Sarebbe necessario un ecosistema molto solido di colonnine velocissime e con elettricità a basso costo: tutto questo manca in UE.