Multe dei Comuni: qualcosa non quadra su quei 3 miliardi

Walter Gobbi
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Si accende la polemica sulle multe dei Comuni. Da una parte gli automobilisti, secondo cui parecchi Enti locali fanno più cassa che sicurezza stradale. Dall’altra, le amministrazioni, i cui politici parlano sempre di autovelox, che sostengono di far solo sicurezza. Adesso, però, arriva una commissione d’inchiesta parlamentare sulla tutela dei consumatori e degli utenti, col presidente Simone Baldelli (membro della Commissione trasporti della Camera) a dirlo: c’è poca trasparenza sulle multe dei Comuni.

Qui parliamo di 3 miliardi di euro di contravvenzioni. Di queste, il 56% entra nelle casse degli infiniti Enti locali italiani sparsi lungo lo Stivale: 1,7 miliardi. A Milano si viaggia sui 180 milioni di euro. Quindi Roma (170 milioni), Torino (50 milioni), Bologna e Firenze (47 milioni) e Napoli (36 milioni). Stando ai Aci-Istat, viaggiamo sui 2,5 milioni di contravvenzioni per eccesso di velocità.

In teoria, gli Enti locali dovrebbero consegnare al Governo entro il 31 maggio di ogni anno una relazione sugli introiti delle multe e sul loro utilizzo. Ma, su 7900 Comuni italiani, 2747 non l’ha fatto. A luglio 2022, entra in vigore un decreto che ribadisce una legge già esistente.

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Multe dei Comuni: cosa devono farne

Sempre in teoria, ci sarebbe il Codice della Strada a imporre una regoletta. Una quota pari al 50 per cento dei proventi spettanti agli Enti è destinata, in misura non inferiore a un quarto della quota, a interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, di messa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà dell’ente.

Poi, in misura non inferiore a un quarto della quota, al potenziamento delle attività di controllo e di accertamento delle violazioni in materia di circolazione stradale. Anche attraverso l’acquisto di automezzi, mezzi e attrezzature dei Corpi e dei servizi di polizia provinciale e di polizia municipale.

Quindi, soldi da girare ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale.

Denaro a interventi per la sicurezza stradale a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale, a misure di assistenza e di previdenza.

Domanda: chi controlla? Chi dà le multe ai Comuni inadempienti?

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