Opel: “elettriche da 25 mila euro”

M Magarini
Opel pianifica l’ingresso sul mercato di auto elettriche low-cost: il listino prezzi partirà indicativamente dai 25 mila euro.
Opel logo

Opel sta registrando una notevole crescita nel settore delle auto elettriche. Il CEO della Casa del Fulmine, Florian Huettl, ha evidenziato un aumento delle vendite globali del 12 per cento quest’anno, come riportato dal quotidiano Augsburger Allgemeine. Il marchio ha registrato una crescita significativa soprattutto sul mercato locale, con i tedeschi che sembrano apprezzare la gamma di auto elettriche. La quota di mercato è aumentata a settembre, passando dal 5 al 6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022. Il numero di nuove immatricolazioni è cresciuto di circa il 26 per cento, e le registrazioni dei veicoli completamente elettrici sono aumentate di oltre un terzo, ha aggiunto Huettl.

In alcuni territori, le vendite di veicoli a zero emissioni superano già quelle dei mezzi a combustione interna. Due acquirenti su tre che scelgono una Opel BEV sono nuovi clienti. L’obiettivo finale è renderle economiche con la prossima generazione di piattaforme. Il CEO del marchio è convinto che riusciranno a proporli a un prezzo di circa 25 mila euro. Se ciò si avverasse, sarebbe un grande successo per il produttore. Attualmente, le auto elettriche più economiche sul mercato, la Dacia Spring e la Renault Twingo, costano poco meno, rispettivamente 21 mila e 22 mila euro.

Opel mette la quinta nell’elettrico: i prezzi partiranno da 25 mila euro

Opel Experimental

Il top manager è ottimista, soprattutto grazie ai progressi compiuti sul fronte delle batterie. Stanno riportando la produzione delle celle delle batterie in Europa e, a partire dal 2025, le fabbricheranno nella Gigafactory di Kaiserlautern. Tuttavia, il raggiungimento degli obiettivi dipende anche dalle politiche dei governi. Pertanto, Huettl esorta la classe politica a collaborare. I fornitori europei sono in svantaggio rispetto ai concorrenti cinesi in termini di salari e costi energetici.

Di conseguenza, chiede alle istituzioni di intervenire con politiche favorevoli affinché il settore cambi in modo radicale e possa compensare gli svantaggi rispetto alle aziende cinesi. Ad esempio, apprezzerebbe una drastica riduzione del costo dell’elettricità industriale.

Nel frattempo, l’Unione Europea ha aperto un’indagine antidumping nei confronti dei marchi cinesi. L’accusa è che i sussidi di Pechino abbiano lo scopo di eliminare la concorrenza. Tra i marchi sotto esame, ci sono anche due potenze occidentali, Volvo e Tesla. La prima è controllata dal colosso cinese Geely, la seconda possiede una Gigafactory a Shanghai. Entrambe sono accusate di aver ricevuto finanziamenti illeciti, ma solo ulteriori indagini potranno confermare o smentire queste accuse.

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