Il cuore finanziario di Maranello torna sotto i riflettori, e non per il rombo dei V12. La questione riguarda il futuro dell’accordo parasociale che da quasi dieci anni governa i destini del Cavallino Rampante. Un patto nato nel 2015, al momento dello spin-off di Ferrari da FCA, quando Exor e Piero Ferrari decisero di blindare la governance dell’azienda.
L’intesa allora garantiva un fronte comune nelle assemblee, un diritto di prelazione a favore della holding degli Agnelli e, in parallelo, un diritto di prima offerta per Piero Ferrari. In pratica, un’armatura finanziaria degna di un’auto da corsa.

All’epoca, le cifre erano chiare: Exor conferiva il 23,5% del capitale, mentre Piero Ferrari metteva sul piatto il 10%. In termini di diritti di voto, i due arrivavano insieme al 48,8%. Una quota significativa, rinnovata alla fine del 2021 e rafforzata dai buyback di Ferrari, che fecero lievitare i diritti di voto oltre il 50%. Tradotto: l’asse Exor-Ferrari aveva un controllo di diritto, più saldo di qualunque vettura con differenziale autobloccante. Poi, però, è arrivata la sterzata.
Nel febbraio 2025, Exor ha ceduto il 4% del Cavallino per incassare 3 miliardi di euro, riducendo la propria partecipazione al 20,7%, risalita oggi al 21,2%. Piero Ferrari resta con il 10,61%. Sommando le forze, il totale attuale dei diritti di voto torna al 48%, esattamente come dieci anni fa. Una sorta di giro completo di pista, con arrivo nello stesso punto della partenza. Il patto scade ufficialmente l’1 gennaio 2026, ma eventuali disdette devono essere notificate sei mesi prima. In sostanza, il countdown è già iniziato e i paddock finanziari si interrogano se ci sarà un rinnovo integrale o una versione aggiornata del contratto.

A rendere il quadro più interessante c’è l’ingresso del family trust istituito da Piero Ferrari, pensato per gestire il futuro della sua quota. I beneficiari? La figlia Antonella e i nipoti Enzo Mattioli Ferrari e Piero Galassi Ferrari, eredi designati di una tradizione che sembra destinata a restare saldamente legata al Cavallino. Qualcuno aveva ipotizzato un disimpegno graduale della famiglia, ma i segnali vanno nella direzione opposta. Adesso, infatti, siamo davanti a un percorso di continuità.