L’inimitabile Made in Italy della componentistica, i fornitori auto italiani che il pianeta invidia, ha un’occasione d’oro: la cinese BYD che apre la fabbrica in Ungheria (con avvio previsto per la fine del 2025 o l’inizio del 2026), magari una seconda in Turchia e poi una terza. Così da formare un triangolo spettacoloso con le eccellenze nostrane, alle prese con la crisi UE dell’auto, col costo dell’energia spaventoso e con una burocrazia infernale nel Vecchio Continente.
Si creerebbe un connubio da favola fra l’espansione sconfinata di Build Your Dreams e l’impareggiabile abilità che si trova nel Belpaese. Sotto questo profilo, le dichiarazioni di poche ore fa di Alfredo Altavilla, special advisor BYD per l’Europa (ex top manager FCA con Sergio Marchionne), fanno ben sperare: “Procedono gli accordi per componenti auto Made in Italy. L’incontro di qualche mese fa era stato organizzato per far incontrare l’azienda con la filiera dei componentisti italiani ha raccolto un livello di adesione straordinario e sta generando risultati importanti”.
BYD, occasione d’oro per i fornitori auto italiani
Tutte le aziende presenti a quell’incontro sono state censite nel database di BYD in 48 ore: ossia alla velocità della luce. Siamo su 380 imprese e 500 partecipanti. Diverse delle realtà che hanno partecipato al meeting stanno finalizzando le loro collaborazioni per le forniture all’impianto in Ungheria. Ossia a Szeged, situata nel sud-est della terra magiara, dove il costo dell’energia è basso e l’oro blu in arrivo dalla Russia di qualità elevatissima. Da qui usciranno elettriche ed ibride plug-in, con l’obiettivo di raggiungere a pieno regime una capacità annua di 200 mila vetture.
Doppia mossa
Con le elettriche fatte in Ungheria, il profitto di BYD salirà in quanto non pagherà i dazi UE sulle BEV Made in China. Come vetture fatte altrove (ovunque, anche in Thailandia), non si pagano tasse. Le cose potrebbero cambiare se mai l’UE decidesse di erigere un altro muro medievale con dazi su qualsiasi vettura fatta dai cinesi in qualunque luogo del globo terracqueo. In parallelo, Shenzhen produrrà le PHEV, ibride a benzina con motore termico e batteria ricaricabile.
Situazione attuale
In quanto gli europei per adesso restano innamorati delle vetture pratiche, in assenza di colonnine veloci e con il costo dell’elettricità che si innalza sempre più. In tutto questo, entra in gioco l’Italia, i fornitori nostrani, visto che altri Gruppi non se la passano troppo bene: la splendida coppia per vincere.

Profumo di classe
Si pensa in grande grazie a Blade Battery e e-Platform 3.0 di BYD più la componentistica italiana: fatturati di diversi miliardi di euro, con l’Italia che è partner strategico. Forniture per motori, scocche, interni, sistemi elettronici avanzati e finiture. La tradizione ineguagliabile del Belpaese con la voglia di emergere del Celeste Impero. Proprio come l’Europa sino al 2018, prima del Green Deal auto elettrica con ban termico 2035.