Le case automobilistiche cinesi non si accontentano più di giocare in casa ma hanno deciso di sfidare i giganti europei direttamente sul loro terreno. E in Germania, patria dell’auto premium per eccellenza, cuore dell’Europa a quattro ruote, BYD sta muovendo pedine pesanti.
Una mossa che sta facendo storcere parecchi nasi a Rüsselsheim, quartier generale Opel, ma che allo stesso tempo sta attirando un numero crescente di concessionari pronti a scommettere sul marchio cinese. Dietro a questa rivoluzione ci sono due volti noti dell’industria: Maria Grazia Davino, oggi a capo di BYD Europe, e Lars Bialkowski, responsabile di BYD Germania.

Entrambi i manager di altoi livello arrivano da Stellantis e sono diventati il simbolo di una “migrazione” strategica che, a quanto pare, ha reso nervosi i vertici del gruppo. Ma Davino si difende: “Non abbiamo chiamato i vecchi contatti. Sono stati i concessionari a bussare alla nostra porta, perché vedono in BYD un potenziale enorme”. D’altronde, più margini, più guadagni, più futuro per chi scommette bene. E i numeri iniziano a darle ragione.
Fino ad agosto BYD aveva immatricolato meno di 8.600 auto in Germania, ma la rete di vendita è in piena esplosione: dalle 26 sedi di poche settimane fa si è passati a oltre 50, con l’ambizione di raggiungere quota 120 entro la fine dell’anno. Ma il vero obiettivo è il 2026, quando l’azienda punta ad avere almeno 300 punti vendita sul territorio, considerati il minimo indispensabile per entrare davvero nel cuore del mercato tedesco.
Un concessionario, rimasto però anonimo, ha confessato ad Automobilwoche che la rete BYD “cresce troppo in fretta” e rischia di non reggere i ritmi. Senza contare che, al momento, solo il 12% delle immatricolazioni proviene da privati: il resto è assorbito da flotte e società di noleggio. Insomma, la corsa c’è, ma non è ancora chiaro se ci sia anche una vera e propria fedeltà al brand da parte dei clienti tedeschi.

Eppure, dalle parole di Davino e Bialkowski traspare un ottimismo quasi spavaldo. La domanda, dicono, supera ampiamente la capacità attuale e l’obiettivo è arrivare a vendere 50.000 unità il prima possibile. Forse a Rüsselsheim non rideranno, ma dalle parti di Shenzhen di certo festeggiano.