Prezzi auto in Europa: cosa significa pagare il “giusto”

L’unico modo per avere il “tutto incluso” a prezzi accettabili è davvero un’operazione in perfetto stile mission impossible?
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Quando si configura online la propria nuova auto, il prezzo finale che appare sullo schermo è solo l’ultima delle cifre ritoccate con il prezioso aiuto di industria e governi. La stessa vettura può avere prezzi drasticamente diversi a seconda del mercato, influenzati non solo dalle preferenze locali o dalla concorrenza, ma soprattutto dal livello di tassazione dei singoli Paesi.

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La differenziazione dei prezzi da paese a paese, come confermato dai dati di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea, è quello che potremmo definire il grande “inganno” che accettiamo quando firmiamo un contratto per un’auto. Eurostat ha creato un indice medio (pari a 100) per confrontare le differenze nei prezzi di veicoli nuovi e usati in tutta Europa, svelando due estremi geografici e fiscali che definiscono la follia dei listini.

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Se siete danesi, preparatevi al salasso. La Danimarca è il Paese più costoso nell’Ue, con prezzi che superano la media del 19,1%. Qui la tassazione è così elevata su questo tipo di beni che comprare un’auto nuova è un atto di eroismo. Un’analoga punizione fiscale si riscontra in Islanda (+18,1%), Paesi Bassi (+14,3%), Irlanda (+10,3%) e Svizzera (+10,2%), tutti Paesi dove il lusso di possedere un veicolo personale costa almeno il 10% in più rispetto alla media.

All’estremo opposto, dove i portafogli dei consumatori sorridono, si trova la Macedonia del Nord, il Paese più economico in assoluto, con prezzi inferiori del 12,3% rispetto alla media Ue, seguita a ruota dalla Slovacchia (-11,4%). Altri lidi relativamente più economici includono Slovenia, Cipro, Repubblica Ceca e, un fatto interessante, la Polonia.

Italia e Francia si trovano appena sotto la media (-0,3% e -0,2%), mentre la Germania la supera di un irrisorio +0,4%. Tra le quattro maggiori economie dell’Ue, è la Spagna il paese più economico, con prezzi più bassi del 3,8%. Insomma, siamo tutti felici di pagare un prezzo che è, apparentemente, quasi “giusto”. Un concetto che non tiene conto di una spesa, quella per un’auto nuova, che è divenuta sempre meno sostenibile nel corso degli ultimi decenni.

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Un altro dato che merita un commento riguarda la tipologia di veicolo più amata, ovvero i SUV, compatti e più grandi, che rappresentano ormai circa il 60% delle immatricolazioni totali. Il loro successo commerciale è stato accompagnato da un aumento dei prezzi che fa impallidire l’inflazione: tra il 2018 e il 2024, l’aumento più significativo ha riguardato i SUV di segmento C in Germania, Francia e Italia, schizzati del 36%, seguiti dai segmento B con un +34%. Sarebbe questo il prezzo che paghiamo, letteralmente, per l’ossessione europea di guidare un’auto alta da terra.

Per quanto riguarda l’acquisto all’estero, si sottolinea un fenomeno in crescita, che conviene soprattutto sui modelli usati e di fascia superiore. Infatti, nei Paesi a più alta capacità di spesa, le persone acquistano full optional, e quando queste auto finiscono sul mercato dell’usato, costano quanto pagheremmo noi per le versioni meno accessoriate. L’unico modo per avere il “tutto incluso” senza svenarsi, quindi, è andare a cercarselo fuori dai confini.