Uno dei principali deterrenti delle auto elettriche continuano a esserlo gli elevati costi di gestione. In Italia diversi clienti si astengono dal comprarne una per questo motivo, oltre che per l’elevata soglia d’accesso. La cifra da porre in preventivo al momento dell’acquisto spinge diversi operatori a guardarsi bene dal compiere il passaggio alle bev. Seppur riconoscano il contributo prezioso alla causa ambientale, le limitate disponibilità economiche li costringono a tergiversare.
L’Italia non è un Paese per le auto elettriche: quanto costa un “pieno”
Con i nuovi dati sugli oneri di ricarica di un’auto elettrica ci sarà ancora meno da sorridere. Difatti, nell’ultimo studio pubblicato da Switcher.ie basato sugli ultimi dati raccolti dall’agenzia Eurostat, la nostra penisola risulta essere una delle più care per quanto riguarda il “pieno” alle colonnine. Se la matematica non è un’opinione, la situazione attuale giustifica ulteriormente le riserve dei conducenti dal comprare una bev. Certo, di passi in avanti ne sono stati compiuti e anche parecchi. Ma di questo passo è davvero difficile lasciarsi persuadere.
Mentre il bilancio familiare piange, l’idea di dover spendere una fortuna nel rifornimento è una prospettiva assai poco invitante. Secondo le rilevazioni effettuate, la cifra meda da porre in preventivo per la ricarica di un’auto elettrica tra le mura domestiche è cresciuta del 21 per cento a fine 2022 sul primo semestre del sesto anno. Un deciso incremento, dettato pure dalla sfavorevole congiuntura sociopolitica.
Nel Belpaese vi è stato un incremento del 18 per cento, il che gli vale una delle ultime posizioni nella graduatoria dei Paesi meno convenienti da tale punto di vista. Con un costo medio di 0,364 euro al kWh occupiamo la 36esima posizione. Equivale a una spesa di 6,53 euro ogni 100 km in modalità full electric e a una 22,43 euro per ricarica al 100 per cento una batteria da poco più di 60 kWh. Tra i peggiori a livello europeo si segnalano, inoltre, il Belgio, la Danimarca, la Germania, la Repubblica Ceca e la Spagna.
Lo Stato europeo amico numero uno del risparmio è, invece, il Kosovo, con appena 0,064 euro per un singolo kWh, pari a 1,14 euro per 100 km e a meno di 4 euro per un pieno. Che rimane sotto la soglia di 10 euro pure in Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Georgia, Islanda, Macedonia del Nord, Malta, Montenegro, Paesi Bassi, Polonia, Serbia e Ungheria. Da fattori del genere si capisce ancora meglio perché le bev continuino a rappresentare una nicchia nei nostri confini.