Stellantis tra due fuochi: l’elettrico europeo e il termico negli States

Stellantis sarà costretta a ridurre la produzione di modelli a combustione interna e, nel peggiore dei casi, chiudere stabilimenti.
fiat 500 fiat 500

Mentre negli States Stellantis prova a rispolverare i motori a combustione, in Europa la realtà è ben diversa e molto più complessa. I marchi americani del gruppo, come Dodge e Ram, stanno facendo marcia indietro sull’elettrificazione per puntare nuovamente su soluzioni tradizionali, inclusi i datati ma iconici propulsori Hemi V8.

Advertisement

Questa scelta a stelle e strisce che sembra ignorare la transizione green in favore di un ritorno alle origini meccaniche. Nel Vecchio Continente, invece, le normative ambientali continuano a stringere la morsa dentro cui si ritrova anche e soprattutto il gruppo Stellantis. Il Parlamento europeo ha approvato una proroga di due anni per il raggiungimento dei limiti di emissione media di CO2 per le flotte, spostando l’obiettivo al triennio 2025-2027.

parlamento ue
Advertisement

La sfida si fa, però, ancora più ardua. Le case costruttrici dovranno compensare eventuali sforamenti del 2025 con performance ancora migliori nel 2026 e 2027. Per un colosso come Stellantis, che controlla marchi come Peugeot, Fiat, Opel, Citroen, Alfa Romeo e Maserati, si tratta comunque di rischiare multe miliardarie. L’imperativo della caccia al pubblico per veicoli elettrificati, anche ibridi, al contempo accessibili, resta la luce guida.

Secondo Jean-Philippe Imparato, oggi responsabile dell’area Europa Allargata del gruppo, raddoppiare le vendite di veicoli elettrici entro il 2025 è cruciale. In caso contrario, Stellantis sarà costretta a ridurre la produzione di modelli a combustione interna e, nel peggiore dei casi, chiudere stabilimenti già a partire da novembre 2025. Il rischio economico, se ne parla da tempo, non è trascurabile: le sanzioni previste ammontano a 95 euro per ogni grammo di CO2 eccedente per veicolo venduto, con una stima totale che potrebbe toccare i 2,5 miliardi di euro in due-tre anni.

Stellantis

Anche se Stellantis ha cercato soluzioni alternative, come l’accordo con la cinese Leapmotor per aumentare l’offerta di elettriche e bilanciare le emissioni di flotta, gli effetti restano marginali. In questo contesto a dir poco problematico, l’industria automobilistica continua a fare pressione sull’Ue per un ammorbidimento delle normative, ma senza risultati tangibili. Il conto alla rovescia verso lo zero emissioni nel 2035 è iniziato. Per Stellantis, il bivio tra elettrico e combustione si fa ogni giorno più soffocante.

X