Stellantis e Renault: la Francia dell’auto si gioca il futuro

M Magarini
Se l’Italia piange, la Francia gongola: le ultime operazioni mettono il Paese d’oltralpe sempre più nel radar automobilistico
Bandiera Francia

Le recenti dichiarazioni rilasciate da Carlos Tavares, CEO di Stellantis, hanno rianimato il dibattito sul gruppo e sul rapporto con l’Italia. Il top manager del conglomerato, nato nel 2021 dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e PSA Groupe, ha rimarcato la necessità di un consolidamento della società per fronteggiare la concorrenza cinese e la transizione energetica. Con una solidità finanziaria e ampia gamma di proposte, le prospettive di un avvenire radioso permangono. L’amministratore delegato non ha escluso a priori eventuali acquisizioni o fusioni, purché avvengano in modo amichevole, nell’interesse delle parti coinvolte.

Da lì è emersa la notizia secondo cui Renault, con la sua strategia di scorporo delle attività tradizionali, sarebbe una candidata interessante. Per quanto riguarda il colosso capitanato da Luca de Meo, sarebbe cosa gradita avere un’alleata, data la mancanza delle economie di scala. In un’industria dalla forte competitività, tenere sotto controllo le spese di produzione sarebbe di notevole aiuto. Ciò soprattutto in ottica futura, data l’imminente invasione delle aziende cinesi.

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Stellantis Carlos Tavares

Le richieste di Tavares al Governo italiano circa l’aumento dei sussidi hanno provocato una serie di contrasti. All’esecutivo della nostra penisola non sono andate affatto giù le sue parole, in particolare la minaccia di disinvestire in assenza di sussidi. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribattuto che le poche vendite delle elettriche ed elettrificate sono da attribuire a Stellantis, mica agli incentivi.

Dal prossimo anno, hanno aggiunto le istituzioni, i fondi per l’automotive saranno destinati a chi produce in Italia, senza sfruttarla solo a mo’ di canale di vendita. Giancarlo Giorgetti ha ironizzato sulla possibilità di un ingresso statale, affermando che preferirebbe puntare dritto a Ferrari.

La Francia ha un ruolo chiave nel domani di Stellantis. Ciò poiché il governo d’oltralpe è il suo secondo azionista, con una quota del 6,1%, dopo la famiglia Exor di Giovanni Agnelli, detenente il 14,2%. Da Parigi sanno far valere le rispettive azioni, grazie alla partecipazione azionaria e all’uomo cardine, Carlos Tavares, di matrice transalpina. Inoltre, favoriscono le agevolazioni per l’acquisto di vetture a basse o zero emissioni tra i più generosi nel Vecchio Continente. Non meno importanti, gli investimenti in ricerca e sviluppo per l’elettrificazione dei trasporti.

Renault logo

Stellantis possiede diversi stabilimenti nel territorio, in cui nascono modelli importanti quali la Peugeot 3008, la Citroen C3 e la DS 7 Crossback. Il proposito delle autorità è, ça va sans dire, di salvaguardare l’occupazione. E il recente intervento di Tavares fa il gioco di Macron e soci, anche se le sfide all’orizzonte appaiono ostiche.

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