Stellantis scappa dall’Italia: sgarbo ai lavoratori

M Magarini
Stellantis continua a mandare segnali poco incoraggianti per i clienti italiani: l’annuncio di un nuovo grande impianto fomenta le critiche.
Carlos Tavares Auto Elettriche

La Fiat 500 avrà una nuova casa: lo stabilimento algerino di Trafraoui-Orano, inaugurato lo scorso agosto. Entro il 2026 saranno completati i lavori al complesso Stellantis, che promette di dare un grosso impulso all’economia locale. Tra i quasi 2 mila nuovi posti di lavoro in loco, il tasso di localizzazione superiore al 30 per cento e la capacità produttiva di quasi 90 mila esemplare all’anno, si profila una notevole crescita. In totale, nella fabbrica vedranno la luce quattro modelli del Lingotto.

Stellantis, ciao ciao Italia: penisola sempre più declassata

Stellantis

Inoltre, per garantire ai clienti del Paese africano un adeguato servizio di assistenza, la rete di vendita e post-vendita coprirà 28 Wilaya già entro la fine del 2023. È curioso constatare come l’operazione l’abbiano messa in atto negli stessi giorni dell’annuncio dei lavori a Mirafiori. Lo storico complesso torinese, lo ricordiamo, si fregia del Battery Technology Center, dove verranno appunto fabbricate le batterie, poi montate sulle vetture del gruppo. L’investimento complessivo da 40 milioni di euro riqualifica il centro, confutando, almeno in parte, la tesi secondo cui Stellantis abbia dimenticato le radici italiane.

Con la fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e Peugeot Groupe (PSA) giunta nel 2021, in tanti hanno avuto la sensazione che sia passata in secondo (i più pessimisti diranno anche terzo) piano la nostra penisola. Da un certo punto di vista, la tesi affonda su presupposti concreti, giacché il Belpaese non ha quote di partecipazione dirette nel conglomerato. Questo a differenza della Francia, che, in virtù di un vecchio accordo per risollevare le sorti di Peugeot, ha voce in capitolo nelle questioni interne.

L’idea di un ingresso dell’Italia in Stellantis sarebbe stata pure vagliata dal Governo; tuttavia, dal gruppo sono arrivati solo secchi rifiuti. Anche in via ufficiale, giacché John Elkann ha definito irragionevole una manovra del genere. Che, al contrario, affonderebbe su presupposti concreti qualora l’azienda se la passasse male. I buoni profitti maturati, capaci di soddisfare gli azionisti, sincerano che il modello di business affonda su radici solide. E ciò senza andare a chiedere aiuti esterni.

Stellantis logo

Nel frattempo, il ministero dello Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha esortato a incrementare l’impegno. Ma l’operazione compiuta in Algeria sa tanto di bocciatura dell’idea. Stellantis è una realtà globale e, in quanto tale, pensa ad allargare il raggio d’azione. Quello del Paese africano è uno dei fattori chiave del piano strategico Dare Forward 2030 della compagnia per l’Africa e il Medio Oriente.

Perché secondo noi Stellantis sta scappando dall’Italia?

La Fiat 500 costituisce un modello di importanza capitale nella strategia di Stellantis per i prossimi anni. Incarna l’italianità nel mondo, pertanto suona come un paradosso la delocalizzazione in Algeria. Probabilmente è tutta una questione di ottimizzare le spese, in nome di un profitto maggiore. Quello stesso profitto tanto declamato da Tavares negli incontri con gli azionisti e pure ai media.

Pur di distribuire un dividendo più cospicuo ai portatori di interesse, il Lingotto ha optato in favore della soluzione. Così facendo, si dà ulteriore adito alla tesi dei detrattori, compreso della politica italiana, secondo cui il conglomerato abbia messo in secondo piano il Belpaese. In diverse occasioni il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha messo in guardia il popolo. E, a dispetto delle smentite di John Elkann, pare sempre più evidente la volontà di portare l’attività altrove.

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