L’aria di cambiamento in Tesla è così densa che sta costringendo all’uscita anche i dirigenti storici, persino quelli che hanno segnato successi importanti. Mentre l’azienda vira in modo netto verso un futuro fatto di intelligenza artificiale, robotica e tecnologia di guida autonoma, due figure chiave responsabili dei suoi veicoli più iconici hanno annunciato le loro dimissioni.
Siddhant Awasthi, un veterano di otto anni, ha lasciato dopo aver guidato i programmi cruciali Cybertruck e Model 3. Nel suo saluto social, ha riassunto con orgoglio il suo viaggio: dall’implementazione della Model 3 all’apertura di Giga Shanghai, passando per lo sviluppo di nuove architetture elettroniche e, ovviamente, la consegna dell’anticonvenzionale Cybertruck. La sua partenza è “difficile”, soprattutto con una “crescita così entusiasmante all’orizzonte”, forse alludendo a quella crescita che non riguarda più l’auto (anche viste le vendite in discesa rapida negli States).

Simultaneamente, anche Emmanuel Lamacchia, responsabile del programma della Model Y (il veicolo Tesla più venduto), ha annunciato di lasciare Tesla dopo otto anni di servizio. Il suo momento clou, afferma, sarebbe stato aver “convertito tutti e quattro gli stabilimenti in tre continenti in sole due settimane” per il lancio della Model Y, un’impresa “mai fatta prima nel settore automobilistico”.

Queste uscite non sono incidenti isolati, ma gli ultimi capitoli di un vero e proprio turnover ai vertici. A giugno se n’era andato Omead Afshar, storico consigliere di Elon Musk, seguito a luglio da Troy Jones, VP delle vendite in Nord America, e nel 2024 da Drew Baglino, VP senior del comparto ingegneria. L’emorragia, per di più, non si limita al settore automotive: hanno lasciato anche Milan Kovac, capo della divisione robotica, e Peter Bannon, capo del progetto del supercomputer Dojo, a seguito della decisione di sciogliere quest’ultimo.
Tali dimissioni arrivano in un periodo di calo delle vendite di veicoli elettrici per Tesla e in un momento cruciale in cui Musk e l’azienda hanno segnalato un disinteresse quasi totale per l’auto tradizionale. Il CEO sostiene che progetti futuristici come i robotaxi e il robot umanoide Optimus potrebbero rappresentare l’80% del valore futuro di Tesla, concludendo che “non ha senso produrre un’altra auto di massa con un volante”. Insomma, i dirigenti che hanno costruito il successo automobilistico del marchio stanno andando alla porta. In futuro, saranno per caso i robot a pensare ai veicoli?
