Toyota intende praticare di nuovo una vecchia strada, il motore ad alluminio

Dario Marchetti Autore
Dall’idrogeno al motore all’alluminio, Toyota non sembra intenzionata a restare ferma

Toyota continua a mostrare un grande attivismo, nella ricerca di nuove strade verso una mobilità più sostenibile. Se nel corso degli ultimi anni ha proceduto coi piedi di piombo sulla strada del full electric, una scelta peraltro rivelatasi assennata alla luce delle difficoltà palesate dal mercato, negli ultimi mesi sono tornate a farsi largo ipotesi alternative che hanno catturato l’attenzione mediatica.

Il riferimento è non solo alla tecnologia dell’idrogeno, su cui la casa giapponese ha riversato risorse ingenti per lo sviluppo, ma anche al motore all’alluminio. Un vero e proprio salto nel passato, in questo secondo caso, considerato come il suo debutto risalga addirittura al 1977. Fu il Salone dell’Automobile di Tokyo, in quell’occasione, a vedere l’azienda presentare una tecnologia su cui, con tutta evidenza, puntava con forza.

Nei decenni successivi l’ipotesi fu messa praticamente in ghiacciaia. Alla stregua di un fiume carsico, però, ora torna ad affacciarsi alla luce. Almeno stando alle indiscrezioni che stanno circolando in queste ore.

Toyota potrebbe rispolverare il motore all’alluminio

Le voci sul motore all’alluminio di Toyota rappresentano certamente una sorpresa. Soprattutto alla luce delle cure riservate dall’azienda alle tecnologie dell’idrogeno. Probabilmente, però, i tecnici della casa nipponica hanno pensato che non è sbagliato guardare anche al passato. Lo stesso da cui proviene il primo approccio con questa particolare tecnologia.

Motore all'alluminio Toyota

Una tecnologia che, pur caduta nel dimenticatoio, sino a farla assomigliare alla classica toccata e fuga, sembra ora intenzionata a tornare al centro dell’attenzione. Tanto da spingere molti a chiedersi quali siano i motivi alla base di questo vero e proprio revival.

E di motivi, in effetti, sembrano essercene, eccome. A partire dalla leggerezza e dall’efficienza di questo propulsore. Caratteristiche tali da rivelarsi ideali in un momento storico in cui la sostenibilità e la riduzione dei consumi sono attenzionati in maniera certosina, a livello globale.

Inoltre, proprio Toyota può rappresentare il profilo ideale per condurre questo genere di lavoro. La casa nipponica vanta infatti una lunga e gloriosa storia di sperimentazione con materiali alternativi, tesa a conseguire un effettivo miglioramento dei propri veicoli, in termini di efficienza.

Toyota e materiali alternativi: tanti i precedenti

Per capire meglio l’assunto, occorre ricordare a questo punto che già nel corso degli anni ’70, l’azienda giapponese aveva provveduto a presentare un prototipo innovativo dotato di carrozzeria in alluminio. Si trattava del Toyota ABEV Concept, un modello lungo appena 3,56 metri, dotato di un motore a benzina da 547 centimetri cubi e caratterizzato da una struttura ultraleggera, grazie alla quale era possibile percorrere 35 chilometri ad una velocità di 60 chilometri orari, con solo un litro di carburante.

L’obiettivo che si proponeva Toyota era facilmente intuibile: la riduzione del peso del veicolo, in effetti, era la condizione per riuscire a massimizzare l’efficienza energetica. Purtroppo, il design dell’ABEV Concept non era particolarmente attraente, limitandosi ad un lungo cofano anteriore e una carrozzeria compatta. Spiegabili proprio con il vero obiettivo del progetto, il conseguimento di prestazioni elevate con un consumo ridotto al minimo. In pratica, i suoi 450 chili di peso erano un vero salto nel futuro in termini di efficienza e sostenibilità.

Sede Toyota

La novità non fu evidentemente accolta bene, tanto che dopo la sua apparizione nel 1977, il Toyota ABEV Concept fu riposto in un cantuccio. Ora, però, sembra pronto per cogliere la sua rivincita. A renderla possibile proprio l’accresciuto interesse per le tecnologie sostenibili e i materiali leggeri. Che in casa Toyota ha spinto evidentemente qualcuno a guardare nel ripostiglio. E ora, molti si chiedono se l’azienda non intenda rilanciarlo.

L’attenzione per le tecnologie alternative è sempre più acuta

Toyota ha speso molto, nel corso degli ultimi anni, su diverse tecnologie alternative, dall’elettrico all’idrogeno. La prima vettura a idrogeno è stata lanciata già nel 2014, la Mirai, e negli anni successivi l’azienda non ha lesinato sforzi e attenzione in tale direzione.

Tra le nuove strade praticate, rientrano anche i motori a combustione di ammoniaca. In un quadro di questo genere, il revival del motore ad alluminio potrebbe essere visto alla stregua di una scelta strategica tesa a mixare al meglio leggerezza, efficienza e sostenibilità.

Una scelta estremamente sorprendente in un momento in cui la direzione intrapresa a livello globale è quella dei veicoli elettrici, ibridi e a idrogeno. La casa nipponica, però, sembra assolutamente intenzionata a battere strade nuove, senza subire agende imposte da altri. Nel caso in cui il motore all’alluminio dovesse tornare d’attualità, Toyota riuscirebbe a dimostrare una straordinaria capacità di reinventarsi, senza lasciare nulla di sprecato alle proprie spalle. Una dote che potrebbe aiutarla a reggere in un clima di competizione sempre più serrata.

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