Dragone inarrestabile nell’automotive. Con tenacia, coraggio e intelligenza. Mentre l’Europa si sollazza sotto l’ombrellone a luglio e agosto, la Cina piazza cinque colpi di genio per divorare il mondo. Vengono in mente le parole del profetico Marchionne: “Ma in vacanza da che cosa?”.
La cinquina del Dragone per spaccare tutto
1) Nel mercato auto interno, i costruttori della nazione della Grande Muraglia raggiungono a luglio 2024 un traguardo storico, con oltre la metà delle vendite rappresentata dai New Energy Vehicle (NEV): auto elettriche e ibride plug-in. Secondo i dati della della China Passenger Car Association (CPCA), le vendite di mezzi alla spina sono schizzate all’insù del 37%, per una quota del 50,7%. Un test per il mercato Ue e per quello globale. Prima si sperimenta nel laboratorio casalingo, poi si esporta con determinazione, ferocia agonistica, cattiveria imprenditoriale. Caratteristiche che il Vecchio Continente, ammorbato da una burocrazia bizantina, ha perso. Il Partito Comunista Cinese fiuta come uno squalo la debolezza dell’avversario, e attacca a tutto spiano.
Ma quale tutto elettrico
2) La Cina non si accontenta del full electric. Non sai se hai davvero il punto giusto di poker per sbancare: nessuna certezza matematica. E allora ecco le ibride plug-in. Infatti, giocando sporco, le lobby dell’elettrico mischiano truffaldinamente i numeri parlando di boom elettrico, incluse le PHEV: bugia, si tratta di BEV più ibride plug-in, che erano, sono e saranno sempre termiche. Di base, c’è un motore a benzina.
3) La Cina abbassa i costi. Taglia. Si rende sempre più efficiente. È pronta agli extra dazi provvisori e definitivi messi dall’Ue contro le elettriche cinesi. In che modo? Con margini di profitto immensi, con le PHEV, con industrie locali (tipo BYD in Ungheria) per aggirare la barriera.

Controffensiva di Pechino
4) Come l’Ue avrebbe le prove degli aiuti illegali dati dal governo di Pechino alle Case, così la Cina avrebbe le prove dei sussidi illeciti forniti dagli esecutivi e da Bruxelles alle aziende Ue. Uno a uno e palla al centro. Dazi Ue e controdazi cinesi, con ritorsione, in piena guerra commerciale. Così l’Ue avrà contro Cina, Russia e magari pure gli Usa di Trump, sia nell’automotive sia a livello economico complessivo: auguri. Gli orientali lo sanno bene e sono in attesa di un ulteriore indebolimento dell’Europa, così che sia più vulnerabile ed esposta agli attacchi del Dragone.
5) Per affrontare la debolezza del mercato automobilistico, Pechino ha deciso raddoppiare gli incentivi all’acquisto fino a 20 mila yuan (2.550 euro). In parallelo, diverse municipalità hanno allentato le molte restrizioni alla concessione delle targhe. E ci mancherebbe pure. Da quelle parti, esiste una regia unica: si preme un pulsante e il colosso si attiva per masticare e ingurgitare con precisione scientifica. Sono abili e spietati, contro un’Ue molle e confusa.
Addirittura, la Commissione Trasporti della capitale ha apportato delle modifiche al sistema di quote varato nel 2011 per combattere congestione del traffico e inquinamento atmosferico. C’è una lotteria annuale per assegnare le targhe. Nel 2024, le licenze lievitano fino a 100 mila: 80 mila per le NEV. Ossia 20 mila in più rispetto al 2023. Per ridare slancio al mercato. Comunque, una sana spruzzata di politicamente corretto male non fa su scala planetaria: ufficialmente, Pechino sostiene che la mossa sia utile ad aiutare le famiglie senza auto. Fanno un po’ il verso a quello che l’Europa adora raccontare.