Guerra dei prezzi delle Case auto cinesi: il Dragone avrà una potenza spaventosa in Europa 

Le Case automobilistiche cinesi mostrano un deterioramento dei principali parametri finanziari negli ultimi sei anni.
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La guerra dei prezzi delle Case auto cinesi è molto utile al Dragone, secondo noi: potranno sopravvivere solo pochi Gruppi, fortissimi, così il Celeste Impero sarà ancora più forte in Europa. Per la precisione, 15 marchi nel 2030 sui 129 attuali. Una selezione che sarebbe piaciuta assai a Charles Darwin, così che il Regno di Mezzo divenga imbattibile sul globo terracqueo. Come riporta la Reuters, le aziende automotive oltre la Grande Muraglia mostrano un deterioramento dei principali parametri finanziari negli ultimi sei anni. Inoltre, impiegano più tempo per pagare i fornitori e i creditori: siamo a 108 giorni nel 2024, rispetto ai 99 giorni del 2019. Le autorità di regolamentazione cinesi hanno avvertito che le turbolenze stanno minando la crescita del settore redditività sul lungo periodo. Il settore vacilla a causa della sovraccapacità produttiva, suscitando allarme tra le autorità di regolamentazione e i dirigenti.

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Giorni medi di pagamento del settore automobilistico cinese

Il 1° giugno è entrata in vigore una nuova normativa che impone alle grandi aziende di saldare i pagamenti entro 60 giorni dal ricevimento di merci, servizi di ingegneria o materiali.

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Joerg Wuttke, partner di DGA-Albright Stonebridge Group con sede a Washington, ha affermato che i fornitori europei e tedeschi generalmente pagano i fornitori entro 40-50 giorni. Questa nuova normativa garantirà condizioni di parità e impedirà sostanzialmente alle Case automobilistiche di trasformare i propri fornitori in banchieri. Insomma, le aziende gigantesche non incasseranno interessi sui piccoli.

Prima i numeri

Tra i principali marchi, BYD ha impiegato in media 127 giorni per pagare fornitori e altri creditori a breve termine nel 2024, in aumento rispetto agli 81 giorni del 2019. Shenzhen ha affermato che il suo periodo medio di pagamento ai fornitori, comprendendo sia i conti correnti passivi sia le cambiali passive, è sceso a 127 giorni entro il 2024, rispetto ai 139 giorni del 2019. Anche i tempi di pagamento di Geely Automobile sono saliti a 193 giorni nel 2024, rispetto ai 139 giorni del 2019. In controtendenza, Great Wall Motor ha ridotto il suo ciclo di pagamento a 94 giorni nel 2024 dai 115 giorni del 2019. I livelli di inventario combinati del settore sono più che raddoppiati, raggiungendo i 370 miliardi di yuan (43,92 miliardi di euro) nel 2024 rispetto al 2019, nonostante i concessionari si siano lamentati del fatto che molte aziende li abbiano venduti a prezzi stracciati per raggiungere elevati obiettivi di vendita. Il debito totale delle case automobilistiche è aumentato del 56%, raggiungendo i 959 miliardi di yuan lo scorso anno rispetto al livello del 2019. Il rapporto debito/patrimonio netto mediano è aumentato di 21 punti percentuali, attestandosi al 51,3%. Rotazione delle scorte e rapporto debito/patrimonio netto delle aziende automobilistiche cinesi Il margine di profitto netto mediano del settore è sceso ad appena lo 0,83% nel 2024, dal 2,7% del 2019.

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Situazione particolare per NIO e Xpeng

NIO e Xpeng, due dei marchi di veicoli elettrici più noti in Cina, hanno registrato tra le 33 aziende con i termini di pagamento più lunghi. Le due aziende hanno esteso i termini di pagamento ai fornitori e ad altri creditori a breve termine, rispettivamente a 223 e 237 giorni.

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Entrambe hanno continuato a rimanere in rosso, sebbene entrambe abbiano migliorato notevolmente i loro margini negativi nel periodo considerato. Alcune delle matrici chiave per BYD. NIO ha dichiarato che si impegnerà a pagare i fornitori entro 60 giorni. Xpeng ha affermato che la sua liquidità continua a migliorare e ha fatto riferimento alle dichiarazioni rilasciate giovedì scorso dal suo CEO He Xiaopeng durante un evento mediatico, secondo cui l’azienda, come altre aziende, si impegnerà a rispettare l’impegno di pagare i fornitori entro 60 giorni il prima possibile.

Gli effetti: i migliori vivranno e saranno fortissimi

La guerra dei prezzi va a beneficio dei consumatori: si spende meno per le vetture. Magari ci fosse anche in UE e in Italia, dove le auto costano care come il fuoco. Alla fine, in Cina, vivranno solo i migliori: ce la faranno perché fortissimi. Una selezione darwiniana che fa del bene al Celeste Impero e che rappresenta una minaccia per l’UE, dove si vive nella paura del domani fra ban termico 2035 e società prese in contropiede dalla potenza del Dragone. Che c’invadono con le NEV, le vetture a nuova energia: primo, le auto a benzina termiche ibride ricaricabili PHEV; secondo e ben distaccate, le BEV elettriche al 100%.

La terribile furia del Dragone

La sovrapproduzione e la feroce competizione su prezzi e qualoità rendono insostenibile la sopravvivenza per la maggior parte. Quelle con modelli di business più deboli, minore efficienza produttiva, tecnologie inferiore e scarsa capitalizzazione sono destinate a soccombere. O vengono risucchiate e ingoblate. Quando la scrematura sarà completata, l’UE si troverà innanzi un esercito affamato e indemoniato, oltreché stuzzicato nell’orgoglio dagli extra dazi UE sulle elettriche Made in China. La furia del Dragone si materializzerà anche con leasing senza anticipo e canoni mensili bassi, più fabbriche direttamente in loco dove l’energia costa meno (Ungheria anzitutto, che compra tuttora gas da Putin), ma in parte pure la Spagna, che ha detto no alle tasse anti Pechino ingraziandosi il Regno di Mezzo. Col ban termico che ci siamo imposti da soli, tirandoci la zappa sui piedi, l’UE diventerà sempre più dipendente dalle tecnologie e dai prodotti cinesi: batterie efficienti, specie da CATL e BYD.

Dal sarcasmo al mea culpa

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Quando l’alert venne lanciato nel 2019 all’epoca del Green Deal auto elettrica, si veniva canzonati e dipinti come Cassandre o dinosauri. Ora che arrivano profit warning a ripetizione, coi manager che stimano il peggio (Imparato di Stellantis ha parlato di fabbriche a rischio), si è smesso di usare il sarcasmo, per fare mea culpa. Se ne discute in queste settimane in UE, nel mentre che la Commissione non è più forte come prima per via del crollo delle sinistre in Germania e Francia. È il momento giusto per innestare la retromarcia e dire addio al ban termico. Già lo fanno i Gruppi auto uno dietro l’altro, ma non basta.

Produzione e vendite di auto in Cina superano entrambe i 15 milioni nel primo semestre 2025

Basti un dato: produzione e le vendite di automobili in Cina hanno superato per la prima volta i 15 milioni di unità. Questo è accaduto nella prima metà del 2025. Merito delle NEV, dice l’Associazione cinese dei produttori di automobili (CAAM), secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Xinhua. C’è un aumento della produzione del 12,5% su base annua, mentre le vendite hanno raggiunto i 15,65 milioni di unità, in salita dell’11,4%. Obiettivo, 33 milioni nel 2025. Dove vanno? Anche in giro per il mondo, inclusa l’UE. Su immense navi cargo, per un export stellare.

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