Auto elettrica super tassata in Italia: tre proposte T&E al governo Meloni

In Italia, la tassazione auto è scollegata dalle emissioni: T&E pubblica la nuova versione dello studio Good Tax Guide e chiede di riformare la fiscalità sulle vetture nel nostro Paese.
Auto elettrica super tassata in Italia: tre proposte T&E al governo Meloni Auto elettrica super tassata in Italia: tre proposte T&E al governo Meloni

La potente lobby green Transport & Environment contro l’Italia, perché da noi ci sono troppe tasse sull’auto elettrica. Bisognerebbe seguire un criterio semplice: meno inquino, meno pago. Che poi è alla base dei bonus statali: incentivo maggiore se le emissioni sono minori. T&E  – principale organizzazione indipendente europea per la decarbonizzazione dei trasporti – pubblica la nuova versione dello studio Good Tax Guide (riguarda 31 Paesi) e chiede di riformare la fiscalità sulle vetture nel nostro Paese. Siamo nel gruppone assieme a Bulgaria e Slovacchia, e l’unico tra i grandi mercati automotive dell’UE, a non applicare alcuna imposta parametrata alle emissioni climalteranti. 

Advertisement

Tre idee pro auto elettrica

1) Rimodulare la “tassa di immatricolazione” in base alle emissioni di CO2 e al costo del veicolo, per garantire una fiscalità più sostenibile ed equa.
2) Aggiornare la tassazione delle auto aziendali, adottando le emissioni di CO2 come parametro regolatorio, per favorire l’adozione di tecnologie zero emission, penalizzando quelle più inquinanti (con la detraibilità dell’IVA e la deducibilità del costo del veicolo).
3) Eliminare esenzioni o riduzioni dal pagamento del bollo per veicoli storici inquinanti.

Auto storiche: devono pagare

Advertisement

Quindi, come idea numero tre, per T&E le auto storiche devono pagare la tassa di proprietà regionale (bollo). Perché inquinano. Stop agevolazioni a beneficio dell’auto elettrica nuova.

Proprietari di auto elettriche da premiare

Invece, chi compra la macchina a batteria andrebbe premiato, sostiene la lobby verde. La distorsione italiana si traduce in una tassazione dannosa per il clima e scarsamente incentivante per le tecnologie più avanzate ed efficienti, in quanto un cittadino non è spinto ad acquistare elettrico. Inoltre, alcune leve fiscali non prevedono differenziali tra veicoli inquinanti e a zero emissioni, violando interamente il principio alla base della politica ambientale dell’UE, secondo cui chi inquina paga. 

Auto elettrica super tassata in Italia: tre proposte T&E al governo Meloni

Auto privata e aziendale: quali tasse

Le auto aziendali costituiscono il 60% delle nuove immatricolazioni nell’UE; i primi cinque mercati (Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia) rappresentano da soli il 71% delle vendite di company car e il 42% di tutte le vendite di macchine nuove. Tuttavia, solo la Francia promuove politiche efficaci per incentivare l’acquisto di auto aziendali elettriche. L’Italia mostra un divario fiscale medio (tra elettriche e convenzionali, in un arco di possesso e gestione del mezzo di quattro anni) che per le auto concesse ai dipendenti in fringe benefit arriva a 14.700 euro: in Portogallo 30.300 euro e in Slovenia 27.000 euro per fare un paragone.

Advertisement

La causa? La tassazione sulle auto aziendali fornite ai dipendenti, entrata in vigore dal 1° gennaio 2025, che riduce le esenzioni per gran parte dei veicoli endotermici, mentre le aumenta per quelli plug-in hybrid e, soprattutto, per quelli elettrici. Ma altre leve fiscali, pure applicate alle auto aziendali – come la detraibilità dell’IVA e la deducibilità del costo del veicolo – sono ancora “piatte”: c’è la stessa esenzione fiscale a mezzi altamente inquinanti come a quelli zero emission. In concreto, a titolo esemplificativo, un SUV di segmento C elettrico farà risparmiare – in un periodo di possesso di 4 anni – solamente 2.400 euro circa rispetto al suo equivalente a benzina.

Auto elettrica super tassata in Italia: tre proposte T&E al governo Meloni

Auto elettrica: Italia fanalino di coda

L’Italia era e resta tra quelli con la minore penetrazione dell’elettrico in Europa. In particolare, il segmento aziendale, che rappresenta oltre il 40% delle immatricolazioni e quasi il 60% delle emissioni del settore, immatricola tre volte più grandi SUV endotermici e ibridi rispetto ai privati.

Flotte elettriche, qui la spinta futura

Chiudiamo con un’osservazione. Domanda: perché T&E va in pressing affinché l’elettrico si diffonda nelle flotte? Semplice: perché i privati in Italia stanno alla larga dall’elettrico, e in Europa la quota mercato del 17% è bassissima. Allora si cercano altre vie. Sarà la Commissione UE, con Parlamento e Consiglio, a decidere nei prossimi mesi o nei prossimi anni: tutto viene stabilito dal Trilogo, che deve mettere d’accordo 27 Paesi UE più i rappresentanti delle nazioni e dei gruppi di potere e influenza.

Auto e fisco, abbiamo un problema

Advertisement

Al di là del fatto che T&E – come lobby green – spinga sull’elettrico da anni, in effetti in Italia il fisco dell’auto non funziona, a nostro avviso. Il governo Meloni ha ereditato situazioni del passato, senza imporre molte modifiche se non una micro riforma un po’ pasticciata del fringe benefit. Occhio perché il 29 agosto 2025 dopo due anni, scadrà la delega all’esecutivo per la riforma fiscale. In più, il 31 dicembre 2025 scade la proroga della deroga sulla detraibilità dell’IVA, ferma al 40%. Servirebbe intervenire con l’aumento della detraibilità dell’IVA e della deducibilità dei costi, agendo in parallelo con la riduzione del periodo di ammortamento a tre anni, sostiene l’Unrae (Unione Case estere). Per farlo, aggiungiamo, sarebbe necessario un Tavolo Automotive con decisioni immediate. 

X