Regolamento Ue 2019/631 del 17 aprile 2019, sostituito da quello del 2023: auto elettrica da aiutare. I governi devono darsi da fare per proteggere l’industria auto, i consumatori, i rivali cinesi. Chi l’ha scritto? Lo hanno messo nero su bianco i politici sinistroidi green, dietro la potente spinta di chi comanda in Europa, ossia i verdi in Germania. Solo chiacchiere, fatti zero. Era sin da subito chiaro, evidente e palese che tutte quelle chiacchiere mai e poi mai avrebbero potuto tradursi in realtà. Ecco tutte le norme norme tradite dalla politica locale, dei vari governi. Ma ideate malissimo da Bruxelles.
Quante parole al vento
Uno. La transizione verso una mobilità a zero emissioni – dice il Regolamento Ue – dovrebbe essere equa e socialmente accettabile. Dovrebbe tenere conto degli effetti sociali lungo tutta la catena di valore del settore automobilistico. E affrontare in modo proattivo le conseguenze sull’occupazione. Dovrebbe elaborare programmi mirati a livello di Ue, nazionale e regionale per la riconversione, la riqualificazione e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori nonché iniziative di formazione e di ricerca di un lavoro nelle comunità e nelle regioni colpite.
S’è visto in VW e Stellantis le cose come stanno andando…
Colonnine, che dramma
Due. Si dovrebbe – continua il Regolamento – mantenere la leadership tecnologica dell’Ue con investimenti pubblici e privati nella ricerca e innovazione. Urgono la realizzazione di infrastrutture di ricarica e rifornimento e l’integrazione nei sistemi dell’energia nonché l’approvvigionamento sostenibile di materiali e la produzione sostenibile. Più il riutilizzo e il riciclaggio di batterie.
S’è visto: pochissime colonnine. Situazione drammatica.
La Cina ci sbrana
Tre. Sì a misure per incentivare un maggiore tasso di rinnovo del parco veicoli, al fine di sostituire quanto prima i veicoli più vecchi. L’Ue deve fare i conti con una crescente concorrenza. Per mantenere la competitività a livello mondiale e l’accesso ai mercati, l’Ue necessita di un quadro normativo, che contempli uno speciale incentivo nel settore dei veicoli a 0 e a basse emissioni. Un apposito meccanismo di incentivazione dovrebbe essere introdotto per facilitare la transizione verso una mobilità a emissioni zero. Serve una specifica misura transitoria per consentire l’accesso a veicoli a zero e a basse emissioni ai consumatori degli Stati membri i cui mercati sono caratterizzati da una bassa penetrazione di tali veicoli.
Bisognava tenere conto delle ripercussioni economiche e sociali per salvaguardare l’occupazione e preservare la competitività dell’industria. Occorreva garantire la sicurezza della catena di approvvigionamento delle materie prime critiche.
Risultato: la Cina ci ingoia.
Occhio alle fake
Alla fine, come va l’elettrico nel mondo? Attenti ai concetti dati in pasto ai fanboy dell’elettrico, elaborati dagli influencer che sparano fake news: secondo i dati dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), le vendite annuali di elettriche nel mondo sarebbero 10 milioni nel 2022, poi 14 milioni nel 2023 e infine 17 milioni nel 2024, con un incremento del +20% in un anno e del +70% in due anni. Bugia colossale in malafede. L’IEA, in modo trasparente, dice: i numeri sono la somma di elettriche e termiche ibride plug-in. Per far colpo, i siti bufala mettono innanzi al ventilatore web falsità.