Auto europea sotto choc: cosa succede a Bosch

Bosch licenzia 13 mila persone entro il 2030, dopo che già aveva fatto un mega taglio.
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Il Green Deal auto elettrica in Germania si mostra in tutta la sua bruttezza: Bosch licenzia 13 mila persone entro il 2030, dopo che già aveva fatto un mega taglio. Siccome le BEV non se le fila nessuno, nonostante la guerra cognitiva in atto a favore delle macchine a batteria. La decurtazione equivale al 3% dei 418 mila lavoratori totali. È la seconda spallata drammatica, perché la multinazionale a fine 2024 conta in tutto 418 mila addetti, avendo già ridotto del 3% la sua forza lavoro rispetto all’anno precedente, con 11.500 posti in meno.

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Ko la divisione mobilità, quella che produce componenti per il settore automobilistico: i costi sono diventati troppo alti anche a causa della crisi che sta attraversando il settore europeo delle auto. Serve risparmiare 2,5 miliardi di euro a livello mondiale ogni anno.

Auto in Germania sotto choc: Bosch può segnare l’inizio della fine dei sogni verdi

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“Dobbiamo lavorare urgentemente sulla nostra competitività nel settore Mobility e continuare a ridurre in modo permanente i costi – dice Stefan Grosch, membro del board di Bosch -. Stiamo utilizzando numerose leve per raggiungere questo obiettivo. Purtroppo, non saremo in grado di evitare ulteriori tagli di posti di lavoro oltre a quelli già comunicati. Questo ci danneggia profondamente, ma purtroppo non ci sono alternative”. Il motivo? La penetrazione sul mercato di tecnologie emergenti come l’elettromobilità e la guida autonoma sta subendo notevoli ritardi e la domanda nei mercati di vendita di Bosch si sta spostando ampiamente verso regioni extraeuropee. In più, si hanno continui cambiamenti strutturali e le forti pressioni sui prezzi e sulla concorrenza nell’industria automobilistica globale. 

L’azienda intravede un grande potenziale di riduzione dei costi, ottenendo incrementi di produttività attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale nella produzione e nell’ingegneria, riducendo i costi di materiali e attrezzature, riducendo le spese in conto capitale e rendendo più efficienti la logistica e le catene di fornitura globali. Così che si raggiunga una redditività del 7% nel settore automobilistico. L’azienda punta a raddoppiare il margine operativo, rispetto al 3,8% raggiunto lo scorso anno.  Il CEO Stefan Hartung ha dichiarato a Reuters questo mese che ci saranno aggiustamenti strutturali, prevedendo al contempo una crescita del fatturato di circa il 2% nel 2025 rispetto ai 90,5 miliardi di euro dell’anno scorso.

I sindacati si opporranno

“Respingiamo fermamente un taglio di posti di lavoro di questa portata storica, senza l’impegno simultaneo di garantire la sicurezza delle nostre sedi in Germania” ha dichiarato il presidente del consiglio di fabbrica, Frank Sell. 

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La favoletta: con la rivoluzione green, più posti di lavoro

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Vi ricordate la favoletta raccontata dagli ultra ecologisti, molti dei quali tedeschi, all’epoca del Green Deal 2019? Con la rivoluzione verde, più posti di lavoro. Adesso, siamo innanzi a un evento di portata epocale che avrà ripercussioni pesantissime a livello sociale e politico. È il prezzo pesante che l’Europa paga per essersi lasciata convincere da lobby molto influenti, coi loro unicorni e girotondi attorno alle auto elettriche.