Incentivi auto elettriche 2025: potrebbero essere deleteri per quattro motivi

I bonus statali potrebbero rendere il quadro del mercato automotive italiano ancora più confuso e disordinato.
Incentivi auto elettriche 2025 Incentivi auto elettriche 2025

Se c’è un bonus statale facile di 10 mila euro su un’auto di 30 mila euro, la porto a casa con 20 mila euro e tutto finisce in pochi secondi, ma gli incentivi auto elettriche 2025 sono così complicati che rischiano solo di risultare dannosi.

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Incentivi auto elettriche 2025: rischio quattro danni

  1. Anzitutto fra annuncio di maggio e piattaforma di metà ottobre 2025 si è verificata la paralisi delle vendite di BEV: nessuno compra adesso auto senza incentivi, se domani risparmierà. Si distorce il mercato anziché favorire una transizione sostenibile e organica.
  2. Quei soldi – 597 milioni di euro – erano per le colonnine veloci: il bando è andato deserto. Sbagliato non insistere con un bando meglio concepito, in quanto le stazioni servono tantissimo in un nazione con pochi punti di ricarica, lenti, distribuiti male. Molto male se passa il messaggio che i bonus per le BEV siano meglio di quelli per le infrastrutture. Assolutamente no: prima le ricariche, come insegnano i Tesla Supercharger, poi il resto. L’infrastruttura di ricarica è il prerequisito fondamentale: urge una rete capillare, veloce e affidabile.
  3. Gli incentivi saranno una droga, temporanei: un doping che ti fa vincere una gara, ossia 39 mila BEV. Si avrà il boom improvviso di elettriche con numeri artificiosamente alti, falsi. Un fenomeno europeo. Nel Vecchio Continente, ai bonus statali sommi le km zero anti multe di 16 miliardi ed ecco la prestazione taroccata: 15% di quota BEV, destinata a crollare appena la magia finirà. Quando gli incentivi sono annunciati con largo anticipo e con importi significativi (come accaduto per il 2024), si crea un effetto stop&go deleterio.
  4. Farà capolino il solito ritornello delle BEV che piacciono agli italiani, i quali sono green. In realtà, quando le auto a gas godevano di incentivi, quelle vetture si impennavano nelle vendite. La mentalità verde non c’entra nulla, ma solo il denaro. Eppoi l’auto elettrica, fra produzione e smaltimento delle batterie, è una maledizione per il pianeta, con l’energia prodotta dal carbone: ma quale favoletta verde, per cortesia. No alla narrativa green come pretesto per giustificare politiche che non tengono conto dell’intero ciclo di vita dell’auto elettrica e della composizione del mix energetico nazionale.
Incentivi auto elettriche 2025

Ci piacciono un po’ di più gli incentivi delle Case

Preferiamo di gran lunga i bonus dei costruttori, molto semplici. Di solito, sono legati però a un finanziamento, di cui occorre valutare il TAEG, il costo complessivo. Per i pochissimi beneficiari con ISEE molto basso, che abitano nel Comune giusto e hanno un mezzo da rottamare, non è male l’ipotetico doppio bonus, purché la finanziaria captive della Casa dia l’ok al prestito finalizzato.

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Non osiamo immaginare la reazione degli esclusi: quelli che non hanno uno solo dei requisiti per ottenere i bonus statali, più coloro i quali non riceveranno il via libera dalla finanziaria per comprare a rate. L’acquisto dell’auto – da esperienza piacevole – diviene un incubo. Il consumatore medio nel mondo è permaloso e suscettibile, tendente a detestare quei segmenti che lo respingono.