Auto Italia palla al piede dell’Europa che conta: siamo ultimi in tutto a giugno 2025

Tra i 5 Major Market, l’Italia segna la peggiore performance del mese con un calo del 17,4%, oltre il triplo rispetto al risultato europeo. Belpaese ultimo anche per le ricaricabili.
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L’Europa dell’auto va male, l’Italia fa peggio fra le nazioni che contano. Il mercato continentale delle vetture registra a giugno una contrazione del 5,1% rispetto allo stesso mese del 2024 con 1.243.732 nuove immatricolazioni, ma il Belpaese segna una performance inguardabile con un calo del 17,4%, ossia il triplo dei big. La Spagna registra un incremento del 15,2%, il Regno Unito del 6,7%, mentre la Francia scende del 6,7% e la Germania del 13,8%. Brutti segnali anche per luglio 2025, come evidenzia il direttore generale Unrae (Case estere) Andrea Cardinali: “Il traffico nelle concessionarie, anticipatore dei risultati dei prossimi mesi, risulta debolissimo”.

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Non ci ricarichiamo

Siamo ultimi pure fra le ricaricabili (ECV) che includono elettriche e ibride plug-in, col 13,2% di quota mercato, con le BEV al 6% e le PHEV al 7,2%, mantenendo un divario considerevole da Regno Unito al 36% di ECV, Germania al 28,4%, Francia al 24% e Spagna al 20,8%. in Europa, le motorizzazioni elettriche e ibride plug-in rappresentano il 28,7%: le BEV, con un incremento di 3,3 punti percentuali, raggiungono il 19,2%, mentre le PHEV si attestano al 9,5% e +2,9 punti. Insomma qui si va indietro mentre gli altri avanzano.

auto ue

Paura per i contrasti UE-USA

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In ballo le possibili tariffe doganali USA del 30% sui veicoli importati dall’Europa, con decorrenza dal prossimo 1° agosto: permangono le tensioni UE con gli States (ma anche con Russia e Cina). Guai per la filiera dei componenti destinati all’esportazione verso la Germania e l’impiego degli stessi sugli autoveicoli per il mercato statunitense, con 5 miliardi di euro in gioco. Secondo il Centro Studi Confindustria, l’impatto comporterà una diminuzione del PIL dello 0,6% nel 2026 e dello 0,8% nel 2027.

Zero bonus

In Francia, Spagna e Regno Unito ci sono bonus per le BEV: per questo salgono. Poi vanno sommati gli sconti delle Case anti multe UE. In Italia zero, perché si aspetta ancora che i soldi PNRR (destinati all’inizio alle colonnine veloci, che flop) confluiscano nel fondo auto. Di qui la paralisi delle immatricolazioni. A proposito di stazioni, il nostro Paese si posiziona solamente al 16° posto in Europa per capillarità della rete di ricarica: 12,7 punti di ricarica ogni 100 km di strade, rispetto ai 18,4 punti della media europea. Inoltre, secondo i dati ufficiali al 30 giugno, dei 57.900 punti di ricarica installati, il 12% risulta non operativo (51.000 attivi) e persistono forti disparità territoriali. Al Nord il 60,7% di tutte le prese addirittura. 

Questione meridionale

Aggiungiamo che, prima o poi, qualche decisore politico dovrà occuparsi della situazione del Sud: qui l’effetto Cuba è drammatico, con tantissime diesel over 10 anni e pochissimi punti di ricarica. Servono soldi per aiutare il Mezzogiorno, che non può e non deve restare indietro.

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