Boom storico del carbone nel 2024 a livello mondiale, raggiungendo 8,8 miliardi di tonnellate, in aumento dell’1,5% rispetto al 2023. Lo dice il report IEA. Inoltre, la domanda globale rimarrà invariata nel 2025 e 2026. Il “Coal Mid-Year Update” mostra come i consumi siano schizzati alle stelle in Cina, India, Indonesia e altre economie emergenti, a compensare i cali nelle economie avanzate di Europa, Nord America e Asia nord-orientale. Fin qui il resoconto; adesso, una nostra osservazione: mentre l’UE si dissangua con l’auto elettrica green, con disoccupazione e chiusura delle fabbriche, il Celeste Impero accelera col carbone divenendo un competitor imbattibile nel settore full electric. Notevole paradosso a simboleggiare il vicolo cieco in cui ci siamo ficcati. Per la cronaca, le emissioni europee sono insignificanti rispetto a quelle delle superpotenze.

Più BEV, più elettricità, più carbone
Se in Cina le auto elettriche vanno fortissimo, servono elettroni per la ricarica. E come produci tutto questo? Col carbone. Per l’intero 2025, la domanda di carbone in Cina dovrebbe diminuire leggermente, di meno dell’1%. Negli Stati Uniti, la domanda è prevista in crescita di circa il 7%, e nell’Unione Europea, è destinata a diminuire di quasi il 2%. Sentiamo il direttore IEA per i Mercati energetici e la sicurezza, Keisuke Sadamori: il Dragone consuma il 30% in più di carbone rispetto al resto del mondo messo insieme. La produzione globale di carbone dovrebbe raggiungere un nuovo record nel 2025, spinta dalla continua crescita della produzione nel Celeste Impero e in India, che si affidano al carbone per garantire le loro priorità di sicurezza energetica.
Cina e carbone, binomio inscindibile
Non si può certo accusare l’IEA di essere di parte: esamina l’intero spettro delle questioni energetiche, inclusa l’offerta e la domanda di petrolio, gas e carbone, le tecnologie per le energie rinnovabili, i mercati dell’elettricità, l’efficienza energetica, l’accesso all’energia, la gestione della domanda e molto altro.
L’uso del carbone per la generazione di energia, il principale motore della domanda globale di carbone, ha raggiunto il suo livello più alto registrato a 10.766 terawattora (TWh) nel 2024. La domanda di carbone metallurgico per la produzione di ferro e acciaio, la più grande fonte di consumo di carbone non legato all’energia, è stata più stabile, diminuendo dello 0,8% nel 2024. La Cina gioca un ruolo unico nei mercati globali del carbone. Rappresenta il 56% del consumo globale di carbone. Una tonnellata di carbone su tre consumate a livello globale viene utilizzata nelle centrali elettriche cinesi, rendendo il Regno di Mezzo e il suo settore energetico il principale motore della domanda globale di carbone.
Carbone superstar del globo terracqueo
Il commercio di carbone ha battuto i record nel 2024. Durante il XXI secolo, il volume del commercio internazionale di carbone è aumentato ogni anno con un tasso di crescita medio del 4%, che è superiore ai tassi di domanda o produzione. Dal lato dell’offerta, l’Australia ha mantenuto la sua posizione di principale fornitore di carbone da coke di alto valore, ma l’Indonesia si è dimostrata l’esportatore più flessibile, diventando di gran lunga il principale esportatore.

Ma come, la Germania ultra verde che ama il carbone?
Nell’Unione Europea, nel primo trimestre del 2025, si stima una crescita della domanda di carbone di circa il 5%. Con il consumo industriale in calo, il principale motore è stato il settore elettrico, con la bassa produzione idroelettrica ed eolica che ha spinto l’uso del carbone in un contesto di crescente domanda di elettricità. In Germania, il maggiore consumatore di carbone nell’Unione Europea, si reputa che la produzione di energia a carbone sia aumentata dell’11% nella prima metà del 2025. Sorpresa: dopo le chiacchiere green su auto elettrica e rinnovabili, Berlino ha fatto i conti per benino, scegliendo quella cosa brutta sporca e cattiva di nome carbone. Che anomalia: nel 2019 i tedeschi di sinistra sono stati gli artefici del Green Deal auto elettrica UE. Ora si scopre che puntano forte sul carbone. Curioso.
Dall’auto elettrica all’auto a carbone è un attimo
L’UE impone le auto elettriche, e non compra più gas russo a bassi costo e di alta qualità; dopodiché Germania, Polonia e Romania bruciano carbone in quantità per affrancarsi dalla dipendenza del gas russo. Mentre Berlino al contempo intende rendersi indipendente dagli Stati Uniti, utilizzando il carbone. La Cina, consapevole delle debolezze e delle contraddizioni UE (le lobby green sono potentissime) si porta avanti coi campi fotovoltaici da diverse centinaia di MW, ma allo stesso tempo sfrutta a livelli da primato il carbone per la conversione all’elettrico. Dall’auto elettrica all’auto a carbone è un attimo.