Ban termico 2035 eliminato: la Germania impera nell’automotive UE

La Germania impone il proprio volere: ban termico 2035 eliminato, come voleva Berlino. Che aveva introdotto il tutto elettrico nel 2019.
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La Bild è certa: ban termico 2035 eliminato. La Germania vince ancora, imponendo il proprio volere per la seconda volta. La prima nel 2019 col Green Deal auto elettrica che crea disoccupazione dilagante; la seconda adesso. La partita si chiude il 16 dicembre. Un blocco parziale all’ascesa delle destre, che da anni puntano alla cancellazione del tutto elettrico.

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Ban termico 2035? No. E 2040? Neppure

ll leader del Partito Popolare Europeo, Manfred Weber, ha rivelato alla Bild il risultato di un meeting privati col presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: zero ban termico 2035. E non si slitta neppure al 2040. L’Europa non è pronta.

Quale obbligo

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Per le nuove immatricolazioni di veicoli dal 2035, ha detto Weber, obbligatorio un target di riduzione delle emissioni medie di CO2 delle flotte delle Case automobilistiche del 90% e non più del 100%. Tutti i motori termici costruiti in Germania potranno quindi continuare a essere prodotti e venduti. Così si centra l’obiettivo della neutralità climatica e di quella tecnologica. “Garantiamo decine di migliaia di posti di lavoro industriali”. Per flotte, si intende tutto il venduto. Non le flotte aziendali.

Ma come si arriva al traguardo?

Per ridurre del 90% le emissioni di C02, occorre fare e vendere PHEV ed EREV con batterie da almeno 50 kWh, a nostro giudizio: ibride plug-in e ibride ad autonomia estesa come chiave per vincere. In alternativa, ogni gruppo potrà vendere un’auto termica ogni 9 elettriche.

La pressione psicologica di USA e Cina

Il Green Deal 2019 ha perso malamente. Gli USA di Trump, con la libertà di fare e comprare auto, hanno esercitato involontariamente una pressione psicologica tremenda sull’UE: si veda l’investimento di 13 miliardi di dollari Stellantis. Col tutto elettrico, i Gruppi sarebbero scappati. Il gap con i costruttori della Cina è impossibile da colmare: servono stanziamenti immensi, colonnine veloci ovunque, costo dell’energia bassissimo. Improponibile acquistando il gas americano carissimo e dicendo addio a quello russo.

L’auto come argine anti destra

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Ciò che sta particolarmente a cuore al vicecapo della CSU è che il tema non sia più utilizzabile come bersaglio per l’AfD & Co. Weber: “Per noi l’auto è e rimane un oggetto di culto, non un oggetto di battaglia ideologica che alla fine avvantaggia i partiti di estrema destra”. Un’ammissione serena. Lodi dal settore automobilistico Il capo di BMW, Oliver Zipse, ha parlato di un “segnale forte” e di un primo passo sulla strada verso una regolamentazione della CO2 sostenibile nell’UE, che riconosca le realtà del mercato e garantisca occupazione e competitività.

Ban termico 2035 eliminato: la Germania impera nell’automotive UE

UE in frantumi sull’auto: Germania contro Spagna

Questo ripiegamento evidenzia la frattura interna all’UE tra gli obiettivi ambientali ambiziosi e la realtà economica e sociale del blocco. L’Unione ha dovuto ammettere l’impossibilità di colmare il divario tecnologico e infrastrutturale nei tempi previsti, cedendo alle istanze tedesche e garantendo la neutralità tecnologica come via per tutelare i posti di lavoro. La vittoria della Germania è la manifesta prevalenza degli interessi industriali nazionali sulla visione unitaria e ambiziosa di Bruxelles. Oltretutto in questo modo l’UE si frantuma in mille pezzi, con la Spagna – pro tutto elettrico – in netta contrapposizione alla Germania. Sfumata la posizione della Francia, che non se l’è sentita di mettersi contro un colosso politico come Berlino.