Dopo gli errori della Germania del Green Deal auto elettrica 2019, adesso l’UE rimedia dietro pressione della stessa Berlino: cancellazione del ban termico 2035, sì alle ibride fino al 2040. È un’indiscrezione Bloomberg. Per iniziare, poi nel 2040 si vede. Secondo errore cui porre rimedio: eliminare i dazi anti auto elettriche Made in China e vendute in UE (fonte Reuters). Sì a una base di prezzo minimo.
Lobby verdi nel caos totale
Trattasi di una doppia rivoluzione che rovina i piani delle potenti lobby verdi UE, le quali spingono per il tutto elettrico: hanno i loro interessi a farlo. E con l’invasione totale delle elettriche cinesi, non avrebbe neppure senso investire nelle batterie europee, altro cavallo di battaglia da dinosauri ultra green. Serve mentalità giovane e fresca: si combatte sul termico, non sull’elettrico, dove il Celeste Impero è sovrano assoluto.
Tedeschi inquieti
D’altronde, la Germania trema innanzi a disoccupazione automotive diretta e dell’indotto. Berlino fa e disfa: adesso protegge la propria industria e la stabilità politico-sociale. Non si scherza coi disoccupati, origine eterna di sommovimenti di ogni genere in terra teutonica. In più c’è la paura che i colossi vadano a produrre in Cina: vedi VW.

Quali ibride?
Da capire di che ibride si parla. Perché hybrid significa tutto e nulla. Se ci si riferisse a qualsiasi macchina a doppio motore, anche con batteria mini, per Fiat e Stellantis si tratterebbe di un trionfo. A partire dalla 500 ibrida leggera.
La pressione della Cina
Quindi abbiamo Berlino che preme Bruxelles, la quale deve anche proteggersi dalle pressioni della Cina. Pechino detesta i dazi che rallentano la crescita delle BEV. Siccome in patria c’è poco spazio e tanta concorrenza fra 130 marchi locali, l’Europa è vitale. Si esporta con immense navi cargo o si fanno vetture direttamente in Ungheria o Spagna. Alla larga dalle nazioni dove l’energia costa come il fuoco perché non si compra più il gas russo.
Quello dell’energia è un secondo tema che prima o poi la Germania porterà all’attenzione della Commissione UE: l’automotive è iper energivora, e non si sa fino a quando si potrà comprare il gas USA al prezzo moltiplicato per cinque rispetto a quello di Mosca. Prima si sistema la questione ban termico, e poi si parlerà di bollette. A ruota, tutti gli Stati con peso specifico inferiore. Perfino la Francia – sommersa dal super debito e con lo spettro delle fabbriche auto che chiudono – ha innestato la retromarcia.
Pechino scatenata
Il ministero del Commercio cinese ha dichiarato giovedì che i negoziati con l’Unione Europea su un piano di prezzo minimo per i veicoli elettrici di fabbricazione cinese sono ripresi e continueranno la prossima settimana, esortando al contempo il blocco a non negoziare in modo indipendente con i produttori. Il blocco dei 27 membri aveva approvato dazi fino al 45,3% nell’ottobre 2024, dopo che la Commissione Europea aveva avviato un’indagine per stabilire se i produttori cinesi di veicoli elettrici stessero beneficiando di sussidi sleali che avrebbero potuto portare a un eccesso di offerta in Europa. La Cina insiste sul fatto che i suoi Gruppi sono semplicemente più competitivi delle loro controparti europee. Non è una colpa essere più bravi. D’altra parte, pure l’Europa è più forte da sempre coi motori a benzina e diesel.
