BMW: il ciclo di vita delle future elettriche potrebbe essere più lungo

M Magarini
BMW i Vision Dee

I cicli di vita delle auto sul mercato variano in relazione ai marchi. Le coreane, per esempio, si mantengono tra i cinque e i sei anni, nella migliore delle ipotesi. Le tedesche, tipo la BMW, e le francesi, ad esempio la Renault, veleggiano, di solito, tra i sei e i sette anni. Sulla falsariga le svedesi, così come le italiane, dopo la fusione tra Fiat Chrysler Automobiles e Peugeot Groupe, da cui è sorta nel 2021 Stellantis. In tal modo i brand tricolore avranno una longevità indicativa di sette anni. Soltanto gli esemplari di maggiore caratura, sportive e lussuoso, riescono a superare agevolmente il decennio. Si tratta dei bolidi realmente di nicchia, le cui caratteristiche permettono di rimanere al passo coi tempi nonostante la continua permanenza in commercio.

BMW: la permanenza delle auto elettriche sul mercato potrebbe essere più duratura

BMW logo

I facelift o restyling coincidono esattamente con la metà del ciclo di vita. Dunque, vanno da due anni e mezzo a tre e mezzo circa, dall’approdo nelle concessionarie della nuova generazione. Il problema principale consiste nelle notevoli risorse economiche investite. Tempo e denaro tradotti in modifiche minime, in un meccanismo destinato a non fermarsi mai. Pertanto, le compagnie hanno l’onere di approcciare il futuro commerciale sotto una differente prospettiva.

I lifting rendono i prezzi delle auto maggiormente costosi, mentre oggi i clienti presentano delle esigenze differenti. Di conseguenza, la BMW adotterà una politica differente nei prossimi anni, perché, come si suol dire, il gioco non vale la candela. Anche se una decisionale finale deve essere presa, i piani alti della Casa dell’Elica sembrano quanto mai orientati a percorrere questa direzione.

Il primo brand a indicare la via è stata la Volvo, la quale ha stabilito di adottare dei lievi accorgimenti alle sue proposte, prestando un particolare occhio di riguardo alla voce delle uscite. Consapevole della necessità di sfruttare al massimo il budget stanziato nella produzione e nell’ottimizzazione, ha optato per un approccio rigoroso. Qualsiasi progresso attuato, tra cui la sostituzione di un paraurti rappresenta un vantaggio per il cliente, meno nel caso dell’azienda.

Questa grande verità sta persuadendo la BMW a voltare pagina. Non solo i bavaresi stanno prendendo in analisi la riduzione dei restyling, bensì hanno anche in mente di estendere la durata di vita delle proposte immesse nelle concessionarie. Detto altrimenti, avrebbero intenzione di allungare la permanenza delle generazioni.

Adrian van Hooydonk, il massimo rappresentante del dipartimento di design di Monaco, ne ha parlato durante una recente intervista. Al momento – ha spiegato – eseguire un lifting è un processo di durata triennale. Si tratta di fare un lavoro considerevole, con importanti aggiornamenti da attuare. Di conseguenza, hanno l’onere di mettere in atto un restyling proprio nel momento in cui il veicolo sbarca nei punti vendita. Ciò non è nemmeno un processo tanto semplice da attuare, ha aggiunto il capo progettista.

L’olandese ha poi spiegato che stanno certamente provando ad allungare i cicli di vita. Inoltre, hanno preso in considerazione l’eventualità di porre in atto dei lifting meno corposi, pure a fine ecologico. Una chiave determinante consiste nello sviluppo di software nuovi, specie nelle vetture a batteria. Servono computer di bordo i più sofisticati possibile per gestire le numerose funzioni elettroniche e digitali. Nell’epoca attuale le funzionalità, le dotazioni e l’autonomia di zero emissioni contano più dei veri cambiamenti sotto il profilo estetico.

BMW logo

L’ampliamento della tavolozza cromatica potrebbe, fra l’altro, non rendersi più necessaria in futuro, qualora l’idea introdotta dalla concept BMW i Vision Dee prendesse piede. L’avveniristico concept è in grado di variare di tonalità per un totale di 32 mediante il film di “inchiostro elettronico” e-Ink. A ciascun impulso, la tecnologia ricolloca le particelle colorate all’interno del loro spessore, dando il risultato desiderato. Ovviamente, prima della eventuale fruizione su un modello di serie servirà lasciare passare degli anni. Attualmente è stato giusto un esercizio stilistico, capace di offrire uno scorcio sulle potenzialità e di mantenere vivo l’interesse sulle new entry del domani.

Le dichiarazioni di van Hooydonk prefigurano un cambio di atteggiamento della Casa dell’Elica in merito ai restyling. Sull’esempio della Volvo, vi sarebbe l’intenzione di centellinare le opere di rinnovamento e di allungare la permanenza sul mercato delle nuove generazioni di auto elettriche. Se ciò trovasse conferma, i brand concorrenti potrebbero essere persuasi nel fare altrettanto.

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