BYD, la Dolphin 2026 è la minaccia definitiva all’elettrico europeo

BYD vuole trasformare la sua compatta nell’aspetto di una piccola berlina, capace di sedurre un pubblico più ampio.
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La parabola di BYD è una di quelle storie che a volte sfiora i tratti di un racconto di fantascienza distopica per l’industria automobilistica occidentale. Sconosciuta sui nostri mercati fino a un paio d’anni fa, l’azienda cinese, che ha iniziato a produrre auto nel 2003, ma è sbarcata in Europa solo nel 2023, è oggi tra i leader mondiali di auto a zero emissioni, avendo persino superato in vendite il totem Tesla a livello globale.

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Il successo non accenna a diminuire, con un catalogo in costante espansione, non solo con nuovi modelli, ma anche con restyling e nuove versioni dei suoi best-seller. La BYD Dolphin (in Italia arrivata anche in veste Surf) fa parte di questi successi. La compatta elettrica, adesso, si starebbe preparando al debutto della sua nuova generazione per il 2026.

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I prototipi, ancora coperti da camuffamento, sono già stati avvistati in fase di test sulle strade cinesi. Le prime impressioni estetiche, basate sulle foto spia di CarNewsChina, mostrano che la compatta elettrica avrà linee piuttosto audaci, evolvendosi in modo netto rispetto alla versione attuale, che risale sostanzialmente al 2021.

byd dolphin 2026

Il produttore cinese punta chiaramente a un nuovo livello di maturità, sia tecnico che estetico. La silhouette appare più larga e bassa, il cofano è più lungo e i fari sono più sottili, conferendo alla vettura un’impressione di robustezza più marcata rispetto al modello precedente. La piccola Dolphin, già un successo in Cina, acquisisce così un’immagine più decisa e una maggiore presenza scenica. BYD vuole così trasformare la sua compatta nell’aspetto di una piccola berlina, capace di sedurre un pubblico più ampio che forse non vuole sentirsi a bordo di una banale city car.

Ma il vero salto di qualità avviene “sotto il cofano”. La nuova generazione della Dolphin sarà basata sulla piattaforma e-Platform 4.0, un modello che succede alla 3.0 dell’attuale vettura. La base più moderna ora consente un’architettura a trazione posteriore, una novità assoluta per la Dolphin. Inoltre, ospita componenti elettrici più integrati, riducendo i costi di produzione, il peso e la complessità del cablaggio.

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L’ossessione cinese per l’efficienza non si ferma qui: sotto la carrozzeria debuttano le batterie Blade 2.0, più sottili e più efficienti alle basse temperature, promettendo un’autonomia maggiore. Le stime indicano oltre 520 chilometri sul ciclo CLTC cinese.

Un dettaglio, però, grida al paradosso e attira l’attenzione nelle foto spia: la presenza di un silenziatore di scarico. Un indizio inequivocabile che, con un colpo di scena notevole, una versione ibrida (evidentemente molto accessibile) potrebbe aggiungersi alla gamma, combinando un motore a combustione e una trasmissione e-CVT con un motore elettrico.