Auto elettrica totale e ovunque uguale disoccupazione: lo si vede in Europa, e adesso il numero uno di Toyota, Aiko Toyoda, torna a mettere in guardia dalle ideologie e dai dogmi. “Un futuro di sole elettriche significa perdita di posti di lavoro”. Si passa dall’utopia Verde del mondo perfetto visto dalla torre d’avorio di Bruxelles, ossia dai politici Green nelle loro poltrone, all’inferno dei senza lavoro. Se l’elettrico non va, il termico finisce presto a causa di normative imposte dall’alto: impossibile cercare lavoro nell’automotive.
Angoscia elettrica sulla Terra
Dappertutto abbiamo conseguenze occupazionali della mobilità elettrica. “In Giappone ci sono 5,5 milioni di persone coinvolte nell’industria automobilistica, tra loro c’è chi lavora da molto tempo in posizioni legate ai motori – ha detto il presidente Toyota -. Se i veicoli elettrici diventassero l’unica scelta, anche per i nostri fornitori, i posti di lavoro di queste persone andrebbero persi”. Coinvolte Case, componentistica, indotto di ogni genere, in un inferno, uno tsunami senza precedenti. Di cui si vedono le avvisaglie nel Vecchio Continente.
Cosa accadrà
Per Toyoda negli anni a venire le elettriche rappresenteranno al massimo il 30% del mercato globale. Quindi, il gigante nippo vuole puntare ancora su veicoli elettrici, ibridi, idrogeno, fuel cell. Con le sue macchine a doppio motore che fanno sfracelli sul globo terracqueo. Il sacro verdetto dei consumatori: auto termiche sì per sempre. Alla larga dalle elettriche. È il cliente che comanda, non un decisore politico, il quale deve rispettare la libertà costituzionale di movimento delle persone.
Pertanto, auto termica per sempre: comodità di viaggiare vicino come lontano senza essere obbligati a fermarsi a lungo, economia di utilizzo, piacere di guida, zero ansie da ricariche, rifornimento pratico e comodo, valore residuo elevato.