Il settore auto sta attraversando da tempo una crisi che si trascina ormai da anni, aggravata da shock economici e geopolitici post-pandemici. Fortunatamente, l’auto gode ancora di un’immagine positiva per moltissime persone, ma il potere d’acquisto dei consumatori è al collasso.
Uno studio dell’Osservatorio Cetelem si è dunque concentrato su cinque aree chiave (prezzo, politiche pubbliche, design, offerta e marketing) per trovare soluzioni drastiche. Alcune di queste soluzioni sono destinate a sollevare qualche polemica. Succede sempre quando una proposta spinge su idee, appunto, drastiche.

Il 60% degli intervistati approva l’idea di produrre auto in paesi con manodopera più economica, accettando implicitamente un impatto sociale o ambientale negativo. Insomma, che la manodopera sia delocalizzata, basta che l’auto costi meno. C’è chi punta il dito direttamente contro i produttori. Infatti, ben tre quarti degli automobilisti intervistati (il 74%) ritengono che abbassare il prezzo delle auto sia possibile riducendo semplicemente il margine di profitto delle case automobilistiche.
I consumatori sarebbero anche disposti a sacrificare la scelta. Il 74% degli intervistati ritiene che, per calmierare i prezzi, le case automobilistiche dovrebbero offrire meno modelli diversi nelle loro gamme. Questa opinione è particolarmente forte in Francia (81%), dove si preferisce la semplicità all’eccesso di opzioni.

Inoltre, di fronte all’impennata dei prezzi auto nuove, la soluzione più radicale è la richiesta di auto più economiche e semplici, proprio in termini di equipaggiamento, estetica e potenza, considerata una priorità dal 50% degli intervistati. Questa tendenza alla modestia è fortissima in Francia (66%), ma trova meno adesione nei paesi con una forte propensione per berline e SUV costosi, come la Turchia (26%), la Cina (29%) e la Germania (44%).
In pratica, si conferma che a Est e al Nord si ama (in generale) l’opulenza, anche in tempi di crisi. Del resto, i criteri d’acquisto parlano chiaro: se il 36% cerca il prezzo giusto, un altro 25% privilegia i modelli con bassi costi di manutenzione, mettendo in evidenza che l’attenzione è tutta sul controllo dei costi di gestione. Il mercato vuole un’auto semplice e onesta. Si può fare?
