Dacia, gamma principalmente elettrificata dal 2027: tutte le novità

M Magarini
Dacia Bigster

Nel giro di pochi anni, Dacia ha avuto il merito di diventare una realtà importante in un’industria come quella dei motori, caratterizzata da una serrata concorrenza. La politica low cost adottata fin dal primo giorno le ha permesso di entrare nelle grazie del pubblico di riferimento, con diversi modelli diventati ben presto delle best seller. Dopo non aver ottenuto i risultati auspicati al primo tentativo, l’ingresso nell’orbita del gruppo Renault ha determinato dei forti cambiamenti.

La Casa della Losanga è già stata battuta in termine di vendite, ma dalla Francia partono le direttive. In un progetto contraddistinto da una visione d’insieme, il brand dell’Est Europa sta applicando i principi del piano Renaulution. Quest’anno ha introdotto la nuova identità visiva e la prima ibrida nel relativo portafoglio prodotti: la Jogger. Una scommessa rivelatasi, tanto per cambiare, vincente, visto che rappresenta il 25 per cento per cento degli ordini del veicolo.

Dacia: avanti tutta, anche sull’elettrificazione

Dacia vendite 2022

Inoltre, sottolinea Denis Le Vot a La Gazzetta dello Sport, sono la realtà numero uno in termini di esemplari venduti ai privati. E lo scorso anno, a dispetto della crisi generale sofferta dall’industria, ha registrato un ulteriore miglioramento. Chiamato col nome della capogruppo, la Renaulution ha già dato degli evidenti benefici, con entrambe le realtà dei punti di riferimento importanti pure lungo la nostra penisola.

Al centro del progetto avviato vi è la transizione ecologica, una necessità quantomai avvertita, date le direttive fornite dalla Commissione Europea. Sebbene il 2035 appaia lontano, il processo di sviluppo andrà affrontato per tappe, senza mai fare il passo più lungo della gamba. Le fortune della Dacia vanno attribuite non solo alla bontà delle scelte compiute dalla Casa stessa, bensì pure alle economie di scala. L’opportunità di dare un taglio ai costi ha sortito degli evidenti benefici, dove, anziché volare troppo in là con la fantasia (e il rischio, quindi, di perdere il contatto con la realtà), ha prevalso, ogni volta, una logica razionale.

Il meglio deve forse ancora venire

L’estrema lucidità nelle manovre attuate ha già ripagato e la sensazione generale è che, se continuerà sullo stesso sentiero imboccato, il meglio possa ancora venire. L’operato fin qui compiuto è servito per finire sotto i riflettori e fidelizzare gli utenti. Degli obiettivi realizzati, a giudicare dal rendimento commerciale fin qui avuto. Un numero in costante crescita di clienti, ritrovatisi alla fine contenti della fiducia accordata.

Attualmente la Dacia manca di un dipartimento ingegneristico proprio, al quale affidare i progetti del domani, sia a livello di architetture sia di motori. Ciascun veicolo introdotto in listino deve passare attraverso il benestare della Losanga, ma ciò non sembra aver condotto a problemi, dettati dalla divergenza di opinioni. L’approccio di condivisione ha dato accesso a una serie di tecnologie, che, altrimenti, pernascere avrebbero richiesto anni e anni di duro lavoro, dissanguando le casse societarie. L’idea alla radice è di recuperare e di utilizzare sia i motori sia le soluzioni tecniche di Casa Renault, una volta ammortizzate.

In tal modo – ha proseguito Le Vot – hanno l’opportunità di andare incontro agli standard qualitativi richiesti dai guidatori, ma a un prezzo di listino inferiore. In confronto alla prevalenza degli attori della filiera, Dacia si porta a lidi superiori di efficienza. Non persegue la ricerca ossessiva dei volumi, il che dà occasione di compiere dei significativi progressi in proposito. Sebbene finora sia stata appena abbracciato il corso di elettrificazione disposto dalla Renault, un domani la Dacia si adeguerà in toto. E quel domani non sembra poi nemmeno tanto lontano. La Jogger costituisce, infatti, giusto il primo esemplare ibrido.

Tutte le uscite in calendario

Nuova Dacia Duster

Dopodiché, andranno avanti a battere lungo lo stesso sentiero, con un maggior grado di consapevolezza, oltre un bagaglio più ampio di esperienze e di know-how tecnico. Già nel 2027 una parte principale sarà elettrificata, dove per tale, a scanso di equivoci, si intende come ibrida. A ogni modo, il 2024 costituirà un anno di importanza capitale, con la presentazione ufficiale della nuova generazione di Duster.

Un lancio da segnarsi in agenda, poiché fa riferimento a una delle colonne portanti dall’offerta del produttore. Alla radice vi sarà la stessa essenza capace di valerle il successo pure qui da noi. Dunque, il senso di imponenza, robustezza e versatilità continueranno a influirne lo stile. Al contempo, verranno passate in analisi le esigenze di pubblico a proposito della riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Ai microfoni della rosea, Le Vot ha sottolineato la volontà di creare una versione a quattro ruote motrici. In tal modo, chiunque vorrà concedersi una gita fuori porta ne avrà l’occasione. In aggiunta, le parti hanno intenzione di raccogliere la sfida di mercato in ambito green.

Dopodiché, nel corso del 2025, verrà presentata la Bigster, un’ulteriore colonna portante. Con la Bigster, Dacia si “intrufolerà” nel comparto C, utile a diversificare il portafoglio prodotti, in maniera da andare a fare breccia pure nelle simpatie di una fascia di mercato finora non aggredita. Con ciò verrà messo piede in una delle industrie di maggior importanza nei giochi di potere nel Vecchio Continente. Sebbene manchi la conferma definitiva, è logico desumere che la stessa Bigster attuerà un processo di motorizzazione elettrificata.

Poi giungerà l’ora di calare il sipario sulla attuale Sandero, la vettura straniera più venduta in territorio italiano. Non si tratterà di un addio, semmai di un nuovo inizio, sottoposta al processo di elettrificazione. Resta da scoprire in che veste, se avrà una declinazione ibrida o se, al contrario, virerà direttamente sul full electric, con lo sguardo proiettato sul 2035.

 

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