Dazi anti auto cinesi, ecco le prime decisioni dell’Unione europea

Ippolito Visconti Autore News Auto
Sui dazi anti auto cinesi, stando a indiscrezioni della testata tedesca Spiegel, la Commissione dell’Unione europea fisserà le barriere doganali con un provvedimento dopo il 10 giugno.
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Sui dazi anti auto cinesi, stando a indiscrezioni della testata tedesca Spiegel, la Commissione dell’Unione europea fisserà le barriere doganali con un provvedimento dopo il 10 giugno. Ossia, prima le elezioni del 6-9 giugno, e poi via alla misura anti Pechino. Questa la prima decisione. La seconda è la quantificazione del dazio: oggi è del 10%, quello aggiuntivo dovrebbe variare tra il 9 e il 26%. Terzo: i dazi potrebbero essere retroattivi e riguardare i tre mesi precedenti. Comunque, se la Commissione Ue dovesse optare per il sì, la storia sarebbe ancora lunga: il Consiglio Ue in autunno ha il compito di ratificare o respingere. 

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Dazi: la politica Ue se ne lava le mani?

Gli attuali Parlamento e Commissione europei sono uscenti, questi gli ultimi giorni in cui operano: magari non vogliono assumersi responsabilità. Forse si deve attendere l’insediamento dei nuovi direttivi di Bruxelles e Strasburgo.

Ritorsione della Cina contro i dazi, la Germania trema

Ogni 10 punti percentuali di dazi è un danno alla Cina di un miliardo di euro. Questo comporterebbe una ritorsione del Partito Comunista Cinese contro l’Europa: a tremare le Case tedesche e la Germania intera, vista l’importanza del mercato cinese e della filiera locale dell’elettrico per i teutonici. I dazi darebbero davvero fastidio alla Cina, la quale ha un problema di sovraccapacità produttiva che da qualche anno ha tentato di risolvere con l’esportazione. Tutto nasce dalla Commissione europea che ha qualche mese fa avviato l’indagine anti-dumping sulle auto elettriche cinesi per volontà del presidente Ursula von der Leyen: il massimo organo esecutivo dell’Unione europea ha fornito dimostrazioni, tra cui l’esistenza di sufficienti elementi di prova su come le importazioni dei prodotti originari della Repubblica popolare cinese beneficino di sovvenzioni concesse dal governo. Troppi sussidi che sarebbero concorrenza sleale. Ma la Cina respinge fermamente qualsiasi accusa.

In un’intervista a Euractiv, il ministro tedesco dei Trasporti Volker Wissing, dice assolutamente e totalmente no ai dazi anti auto cinese elettrica: “La concorrenza globale è un incentivo per i produttori tedeschi a costruire auto migliori e più economiche. Non temo che l’industria automobilistica tedesca non sopravviva a questa concorrenza. Sono sconcertato dal fatto che alcuni chiedano ora che la concorrenza sia limitata dallo Stato. Questo non ha nulla a che fare con l’economia di mercato. Alla fine, bisogna chiedersi: vogliamo guidare un processo di trasformazione così importante secondo il modello della defunta Repubblica Democratica Tedesca (RDT), o vogliamo attenerci al modello di successo della Repubblica Federale Tedesca?. L’approccio deve sempre essere quello di creare una concorrenza leale, invece di lavorare per ostacolarla. Ecco perché l’approccio di fondo è sbagliato. Mi manca uno studio affidabile della Commissione UE che mostri dove la concorrenza è sleale. Su questa base si potrebbe affrontare la questione. Ma dire semplicemente che abbiamo un sospetto non è sufficiente”.

Dazi anti Cina in Usa: Musk (Tesla) sorpreso da Biden

Intanto, il fondatore di Tesla nonché ceo, Elon Musk, più pirotecnico e funambolico che mai, ha affermato di non sostenere l’introduzione negli Stati Uniti di tariffe sull’importazione di auto elettriche dalla Cina. È “sorpreso dall’iniziativa della Casa Bianca”, che la scorsa settimana ha annunciato una tariffa doganale del 100 per cento a carico delle vetture elettriche importate dal Paese della Grande Muraglia. In un colpo, dazi quadruplicati dagli yankee. “Qualsiasi cosa ostacoli la libertà di scambio o distorca il mercato è negativa”, la stoccata a Sleepy Joe Biden. “Tesla compete piuttosto bene nel mercato in Cina senza tariffe e senza supporto”.

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