Ecco i possibili dazi al 25% della Cina sulle auto che arrivano da Europa e Usa: è la controffensiva del Partito comunista infuriato. Perché gli yankee hanno già messo tasse al 100% sulle vetture che provengono dalla Cina. Mentre l’Ue metterà barriere doganali alla fine dell’indagine sui sussidi del governo di Pechino alle Case locali. Bruxelles, di una lentezza senza limiti, prima ha spalancato le porte al Paese del Dragone imponendo il bando termico nel 2035, ora indaga, infine metterà dazi quando ormai sarà tardissimo. Oltretutto sono tasse annunciate, con la nazione della Grande Muraglia che si è già organizzata per creare fabbriche in Ue (vedi BYD in Ungheria) scavalcando i dazi europei. Un pasticcio colossale nel Vecchio Continente, vecchio, stanco e poco reattivo. Con la ritorsione della Cina che farà davvero del male.
Tutto documentato. La Camera di commercio cinese presso l’Ue ha pubblicato sul proprio account del social network X un comunicato. Dice di essere stata informata da addetti ai lavori dell’intenzione di Pechino di adottare contromisure. Come l’innalzamento fino al 25% dei dazi sull’importazione di veicoli europei o statunitensi. La Commissione europea deve informare le aziende importatrici delle sue intenzioni entro il 5 giugno 2024. La data si avvicina, c’è fermento, nervosismo. Un po’ fumose le parole di Ursula von der Leyen, che, durante un dibattito organizzato dal think tank Bruegel e dal Financial Times, ha evidenziato: “Posso garantire che il livello delle tariffe che imporremo sarà corrispondente al livello dei danni, quindi molto più mirato e molto più personalizzato”. Cioè? Quale percentuale?
Tensioni nella guerra commerciale
Le tensioni sul fronte commerciale aumentano. Da una parte Usa ed Europa. Dall’altra la Cina contro tutti. Pechino è accusata di vendere i propri veicoli e le proprie batterie elettriche a prezzi di dumping. Si violerebbero le regole della libera concorrenza. Il Partito comunista risponde: se c’è qualcuno che infrange il liberismo, è per paradosso l’Ue assieme agli Usa. Ci potrebbe essere un temporaneo aumento dell’aliquota tariffaria sulle auto importate con motori superiori a 2,5 litri. Le regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio permetterebbero di fissare un dazio sui veicoli importati fino al 25%. La Cina ha importato 250.000 automobili con motori più grandi 2,5 litri nel 2023, pari a circa il 32% di tutte le auto arrivate dall’estero. Quindi la Cina sarebbe in regola. Gli Usa no. Per Bloomberg, i dazi cinesi colpirebbero duramente le Case automobilistiche europee e statunitensi. E avrebbero un impatto «significativo» sulle relazioni di Pechino con Bruxelles.
Chi ne esce a pezzi è l’Ue: ci sono numerosi legali economici, commerciali, produttivi con la Cina. Molti più di quanti ne abbia l’America. Specie nel settore auto. È un incubo.
Politici Ue (di questa legislatura) poco lungimiranti. Ieri, c’erano da usare i componenti cinesi per avere un vantaggio competitivo: tutto ok. Niente da ridire. Adesso i cinesi hanno il prodotto completo: si tengono il vantaggio competitivo. D’improvviso, l’Ue cambia idea: Cina pericolosa per l’industria, bara col dumping.
Germania molto preoccupata: può far saltare tutto
Il governo di Berlino con le Case Audi (VW), BMW e Mercedes che hanno forti interessi in Cina è preoccupatissimo. Non vuole i dazi Ue e Usa anti Cina. Non desidera la reazione di Pechino. Un caos senza precedenti nella storia automotive. Chiare ed evidenti le responsabilità di Bruxelles con le politiche degli anni passati. Ora che si fa, si torna indietro dopo che le Case hanno investito miliardi su miliardi nell’elettrico? Dall’auto ad altri settori è un attimo. La Cina ha fatto trapelare che potrebbe imporre dazi pure sul vino, sui prodotti lattiero-caseari europei. Un disastro.
I dazi Ue devono essere ratificati dal Consiglio Ue nel prossimo autunno. Germania e Svezia contrari possono far saltare tutto. Il primo ministro Ulf Kristersson ha parlato di una “cattiva idea” che rischia di mettere a repentaglio il commercio globale.