Oggi, 30 giugno 2025, sono cinque mesi che il presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, ha avviato il Dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica: il 30 gennaio 2025 coinvolse costruttori, fornitori, rappresentanze sindacali e associazioni di categoria. Perché? Per delineare strategie comuni, così da accompagnare la transizione del settore in un contesto di profonde trasformazioni.
La sinistra ultra green parlò all’epoca in tv di bazooka Piano d’Azione auto UE per combattere la Cina. Il 5 marzo 2025, la Commissione ha pubblicato la Comunicazione concernente questo progetto. In ballo paroloni che emozionano solo a leggerli: competitività dell’industria automobilistica UE, promozione della cooperazione tra attori della filiera, sostegno finanziario mirato, semplificazione normativa, riduzione della dipendenza dai combustibili fossili, diminuzione dei costi di produzione per garantire condizioni di parità con i concorrenti internazionali, valorizzazione dell’innovazione. Cinque le aree di intervento, in teoria, come sintetizza l’Unrae Case estere.
Bazooka Piano d’Azione auto UE: obiettivo 1, innovazione e digitalizzazione
L’UE intende rafforzare la competitività del settore sostenendo lo sviluppo della guida autonoma e promuovendo test transfrontalieri in un contesto normativo armonizzato. Si favorisce la creazione di un veicolo europeo connesso e automatizzato, sostenuto da un’alleanza industriale e investimenti in tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale. Nonché batterie di nuova generazione per auto elettriche. Messi nel piatto 1,35 miliardi di euro. È prevista una particolare attenzione alla cybersicurezza dei veicoli e allo sviluppo di una filiera europea per i componenti critici. Saranno, inoltre, introdotte misure per garantire l’accesso ai dati delle auto, favorendo innovazione e concorrenza.

Due, mobilità pulita
Per accelerare la transizione, la Commissione propone una revisione mirata degli standard CO2, garantendo una transizione equa e raggiungibile. Si prevedono incentivi alla domanda: leasing sociale, agevolazioni fiscali e sostegni alle flotte aziendali. Più il potenziamento delle infrastrutture di ricarica elettrica e a idrogeno. Piazzati 570 milioni di euro. Il Piano promuove investimenti privati e tutela dei consumatori tramite trasparenza su batterie, etichettatura ambientale e prezzi di ricarica.
Tre, Battery Booster
Col pacchetto Battery Booster (€ 1,8 miliardi in due anni), la Commissione sostiene la creazione di una catena di fornitura europea sicura per le materie prime delle batterie BEV. Saranno introdotte semplificazioni autorizzative per i progetti strategici. Nel 2026, ecco un Centro per le materie prime critiche. Il Piano promuove l’economia circolare, con misure specifiche sulla gestione dei rifiuti pericolosi (inclusa la “black mass” delle batterie). Sì al Regolamento sui veicoli fuori uso. Qualsiasi sostegno pubblico sarà subordinato a criteri di sostenibilità.
Per rispondere alle sfide occupazionali legate al full electric, verrà istituito un Osservatorio europeo per una transizione equa: occhi puntati sui fabbisogni professionali. La Commissione proporrà nel 2025 una revisione del Regolamento sull’European Globalisation Fund (EGF). Con una tutela dei lavoratori coinvolti in ristrutturazioni industriali. C’è un invito agli Stati membri a destinare maggiori risorse dell’European Social Fund Plus (ESF+) alla riqualificazione. Inoltre, saranno stanziati 90 milioni attraverso il programma Erasmus+ entro il 2026 per sostenere partenariati formativi.

Cinque, accesso al mercato
L’UE rafforza la tutela del mercato interno da pratiche di concorrenza sleale, prevedendo dazi compensativi sulle auto elettriche Made in China e vendute qui in UE. Possibili indagini anti-elusione. Saranno introdotti criteri più stringenti per gli investimenti esteri nel settore delle batterie, semplificando il quadro normativo, soprattutto a beneficio delle PMI. Si mira a nuovi accordi commerciali per ottenere risorse critiche per la transizione verde.
Flotte elettriche
C’è poi una Comunicazione sulla decarbonizzazione delle flotte aziendali, con raccomandazioni che interessano auto e commerciali. Il documento propone azioni per le autorità nazionali e locali volte ad accelerare l’adozione BEV, tramite misure fiscali e soluzioni di mobilità urbana. È attesa una proposta legislativa entro la fine del 2025.
L’unico micro risultato
C’è qualcosa di concreto sugli standard di emissione. Per ora, l’unico risultato. Problema: la Cina viaggia a mille all’ora, l’UE a 30 km/h (ma sì, le famigerate zone 30). Il 1° aprile 2025 la Commissione ha presentato una proposta di modifica del Regolamento (UE) 2019/631 per introdurre una maggiore flessibilità nel calcolo della conformità dei Costruttori agli obiettivi di prestazione relativi alle emissioni di CO2 per le autovetture e i veicoli commerciali leggeri nuovi nel triennio 2025-2027. Regole tardive, com’ebbe a dire de Meo: ormai i soldi erano stati accantonati. Parliamo di società immense per macinare profitti giganteschi, non di una taglio della spesa di un nucleo familiare. Primo segnale che un grande manager come quello italiano stava dando.
Si può valutare la conformità dei costruttori agli obiettivi di riduzione della CO2 per il triennio 2025-2027, sulla base della media delle loro prestazioni complessive nei tre anni. Si deroga alla valutazione su base annuale, finora applicata, permettendo per il triennio di compensare eventuali scostamenti (e conseguenti sanzioni) in uno o due anni con migliori risultati negli altri anni. L’8 maggio 2025 la plenaria dell’Europarlamento ha approvato in prima lettura la proposta di Regolamento della Commissione Europea. Serve l’ok formale da parte del Consiglio UE, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione. Quindi, sarà in vigore il 20° giorno successivo.
Tante idee in tantissimo tempo quando si va di fretta
Insomma, un mucchio di progetti perlopiù fumosi con inviti, raccomandazioni, faremo in futuro. Il problema è che questa mentalità era forse valida negli anni 1970. Adesso c’è il rivale cinese iper rapido e reattivo. Più i dazi di Trump.