Nel 2024, i morti sulle strade dell’Unione Europea sono stati 20.017, con una diminuzione del 2% rispetto al 2023. Un disastro: per raggiungere l’obiettivo UE di dimezzare sulle le vittime in 10 anni entro il 2030, serve una media del -6,7% annuo. Peggio l’Italia, anche se tutti i dati ufficiali mancano per adesso: si stima un -0,3% e un tasso di mortalità per milione di abitanti (51) superiore alla media europea (45). Siamo al 19esimo posto tra i 27 Paesi UE per quanto riguarda la riduzione della mortalità nell’arco dell’ultimo decennio. Lo dice il Rapporto Annuale PIN (Road Safety Performance Index) dell’ETSC, l’European Transport Safety Council (Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti. Dopo il flop auto elettrica (15% di quota mercato col 2035 e il ban termico alle porte), il fallimento sulla sicurezza stradale. L’Unione Europea non ne imbrocca una quando si parla di auto.
Non giudicabile la riforma del Codice della Strada di fine 2024 in Italia da parte del ministro delle Infrastrutture Salvini: mancano i numeri. Ci sono solo i dati di Polizia Stradale e Carabinieri, ossia un terzo dei sinistri. Mancano i due terzi, cioè i dati di tutte le Polizie Locali.
Andamento lento
Nel complesso, i decessi sulle strade nell’UE sono diminuiti solo del 12% rispetto all’anno di riferimento 2019. Serviva una riduzione del 27% per mantenere la rotta verso la riduzione del 50% entro il 2030. In quanto ai feriti gravi, il calo continua a essere inferiore a quella dei decessi. Mondo a parte per la ricchissima Norvegia: qui un mare di elettriche e un successo la riduzione delle vittime della strada. Resta il Paese più sicuro d’Europa, con solo 16 decessi stradali per milione di abitanti nel 2024: il tasso più basso tra i 32 Paesi monitorati dal programma dell’ETSC.

Autovelox, che sconfitta
È fattuale, lo dicono i numeri: gli autovelox non migliorano la sicurezza stradale, e neppure le telecamere. Siamo una nazione stracolma di occhi elettronici, e questo è il risultato. Servono controlli su strada, per snidare chi mette in pericolo la vita altrui: alcol, droga, mancato rispetto della distanza di sicurezza, guida pericolosa.
Lo stato delle strade: quello che sfugge alle statistiche
C’è la mono mania della velocità: tutti gli incidenti del mondo sarebbero causati dalla velocità. Chissà poi con quale criterio si arriva a questa deduzione misteriosa. Ci fosse una volta in cui si parla dello stato pietoso delle strade in Italia: asfalto, buche, voragini, guardrail, segnaletica orizzontale e verticale, illuminazione. Un’infrastruttura obsoleta e mal mantenuta aumenta il rischio di sinistri in modo esponenziale.
Ci riferiamo anche a deformazioni e avvallamenti, cedimenti strutturali, carreggiate ko, dossi non segnalati che possono destabilizzare un veicolo, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità, portando a perdita di controllo o collisioni. Le fessurazioni possono accumulare acqua, ghiaccio o detriti, riducendo l’aderenza degli pneumatici. Un asfalto troppo liscio o abrasivo deteriorato compromette la frenata e la tenuta di strada. Nelle nostre città, ci sono superfici stradali che non consentono un rapido deflusso dell’acqua piovana. Per non parlare di strisce di mezzeria, margini della carreggiata, attraversamenti pedonali, frecce direzionali e segni di stop/dare precedenza. Molte barriere sono di vecchia generazione, non conformi alle attuali normative europee e meno efficaci nel contenere i mezzi o nell’assorbire l’energia dell’impatto. C’è poi la giungla urbana con betoniere e monopattini elettrici che allegramente scorrazzano in vie anguste: assurdo.