I dazi elevati dall’Unione Europea per sbarrare la strada alle auto elettriche cinesi iniziano a destare più di qualche perplessità. Se in un primo momento le stesse erano limitate ad alcuni marchi tedeschi, che paventano ritorsioni da parte di Pechino, ora anche la politica sembra svegliarsi dal torpore.
A dimostrarlo è il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez, il quale è uscito allo scoperto affermando senza tanti giri di parole la necessità di riconsiderare la decisione. A giustificare queste parole il fatto che l’Unione Europea non ha bisogno di una guerra commerciale con il gigante asiatico, in questo particolare momento storico.
Dazi, secondo Pedro Sanchez la decisione dell’Unione Europea andrebbe riconsiderata
Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha affermato che l’Unione europea dovrebbe riconsiderare il suo piano di imporre tariffe aggiuntive fino al 36 percento sui veicoli elettrici di fabbricazione cinese. Le sue parole sono giustificate dal fatto che l’eurozona non è nelle condizioni ideali per potersi permettere una guerra commerciale con Pechino.
Le parole in questione che sono state pronunciate dal primo ministro iberico nella giornata di ieri, in un incontro tenuto coi giornalisti a Kunshan in Cina, al termine di quattro giornate intense culminate in un incontro con il Presidente cinese, Xi Jinping. Questa la dichiarazione chiave, nell’occasione: “Devo essere schietto e franco con voi: dobbiamo riconsiderare, tutti noi, non solo gli stati membri ma anche la Commissione, la nostra posizione nei confronti di questo movimento”.
Sanchez ha poi aggiunto: “Non abbiamo bisogno di un’altra guerra, in questo caso una guerra commerciale. Penso che dobbiamo costruire ponti tra l’Unione Europea e la Cina, e dalla Spagna ciò che faremo è essere costruttivi e cercare di trovare una soluzione, un compromesso, tra la Cina e la Commissione Europea”.
La presenza cinese in Spagna
Le parole del leader socialista vanno inserite in un quadro che vede proficui rapporti tra la Spagna e il Paese del Dragone. Gli iberici, infatti, si sono già avvalsi di un importante investimento da parte della cinese Chery Auto. Il marchio orientale, infatti, proprio quest’anno inizierà a produrre automobili del suo marchio rivolto al mercato di massa Omoda, in un’ex fabbrica Nissan a Barcellona.
Non ha quindi eccessivo interesse a partecipare al vero e proprio duello prefigurato dalla disputa commerciale tra UE e Pechino derivante dall’apposizione di dazi sulle auto elettriche provenienti dal gigante asiatico. Occorre sottolineare, peraltro, che la Cina sta rispondendo alle nuove tariffe con iniziative analoghe che già stanno colpendo prodotti come quelli di origine suina, i brandy e i latticini.
Proprio la Spagna, che è il maggior esportatore continentale di di carne suina rischia quindi di pagare caro l’atteggiamento espresso da Bruxelles. Insieme alla Germania, che a sua volta teme ritorsioni sul settore automobilistico, uno dei suoi maggiori punti di forza, che già si trova del resto in crisi. Anche Berlino, quindi, sta cercando di riportare la situazione ad una normalità messa in pericolo dall’atteggiamento della Commissione Europea e dai dazi.
Cosa si sono detti Xi Jinping e Pedro Sanchez
Durante il loro incontro del 9 settembre, Xi Pinging ha ribadito a Sanchez il proprio desiderio di vedere rafforzati i legami tra Cina e UE. Un desiderio rivolto in particolare a settori come l’alta tecnologia e le nuove energie. In tale ottica, però, non ha esitato a dichiarare la propria frustrazione per l’atteggiamento ostile assunto dalle istituzioni europee nei confronti delle aziende cinesi, espresso proprio sotto forma di dazi.
Le parole del numero uno di Pechino sono state riportate dall’agenzia di stampa ufficiale Xinhua. A proposito del ruolo della Spagna, queste le sue dichiarazioni: “Ci auguriamo che la Spagna continui a garantire un ambiente imprenditoriale equo, giusto, sicuro e non discriminatorio per le aziende cinesi che investono e operano in Spagna”.
Occorre anche sottolineare l’invito rivolto dai funzionari cinesi ai loro omologhi europei, per incontri tesi a risolvere il problema in via definitivo. Un invito rivolto dopo la parziale revisione dei dazi nei confronti di Tesla e Geely.