Ferrari Purosangue: ma quale suv!

M Magarini
Ferrari Purosangue

Piatto ricco mi ci ficco. Avranno pensato più o meno questo i dirigenti del Cavallino Rampante nel momento di introdurre sul mercato il Ferrari Purosangue, primo suv nella storia della Casa. Ma sarà davvero corretto definirla tale? Nonostante diversi dettagli (a cominciare dall’assetto rialzato) farebbero dire di sì, i creatori rifiutano le etichette.

Ferrari Purosangue: l’etichetta di suv sta scomoda

Ferrari Purosangue

Il Costruttore di Maranello non sopporta l’idea di chiamarlo sport utility. A dispetto di linee e forme, richiamanti quelle di un crossover sportivo, l’azienda evita di assegnarli etichette. Intervistato dalla Repubblica, il responsabile del Centro Stile Ferrari, Flavio Manzoni, esorta a non imbrigliare il modello in rigide categorie. Il Ferrari Purosangue costituisce il risultato di un’equazione matematica – spiega -: trovare la soluzione è stato complicato, ma hanno raggiunto l’obiettivo.

I fattori di partenza in gioco erano molteplici e vari, tra cui la sportività, l’abitabilità e l’accessibilità. Ognuno degno di essere messo in rilievo. Sui suddetti elementi il team incaricato del design ha cercato risposte nuove nel modo più logico. Non solo hanno pensato a una nuova architettura di macchina, ma pure a una proposta estranea alle categorie esistenti.

Ferrari Purosangue

La definizione dell’architettura e delle linee del Ferrari Purosangue li ha messi a dura prova. Ma l’idea di concepirla quale una berlinetta sospesa li soddisfa. Si trattava dell’unica strategia attuabile per gestire al meglio i volumi del veicolo, ha aggiunto Manzoni. Che ha poi individuato due momenti ostici. Il primo è stato quando l’aerodinamica imponeva loro di virare in un’altra direzione e di stravolgere un look che gradivano parecchio. Sono servite lunghe riunioni per preservare lo spunto e rimanere fedeli ai principi delineati.

Un operato frutto della collaborazione tra i reparti, volta a nascondere, per esempio, i tanti elementi aerodinamici. Poi si sono accorti che l’abitacolo non era abbastanza spazioso. Scorto il metodo per provare a salvaguardare le proporzioni del mezzo e lo spazio a bordo, hanno adottato gradualmente dei correttivi. Così hanno studiato i montanti spezzati o il padiglione schiacciato, migliorando il feeling e il comfort degli interni.

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