Fiat Grizzly è il modello che dovrebbe fare il suo debutto sul mercato tra circa dieci mesi. Il nuovo SUV di segmento C della casa automobilistica sarà il modello più grande della famiglia Panda, che vede la Grande Panda come primo modello. In origine questo modello, conosciuto anche come Giga Panda o Pandissima, era stato annunciato per un debutto a metà 2025, come dichiarato dallo stesso CEO di Fiat Olivier Francois. Successivamente, però, il progetto è rallentato, forse a causa del cambio al vertice di Stellantis. Solo di recente Francois ha parlato dell’arrivo di un nuovo SUV entro la fine del 2026, senza però specificare se si tratterà proprio della Grizzly oppure della nuova Fastback.

Al di là delle incertezze sulla tempistica, alcuni elementi tecnici della futura Fiat Grizzly sembrano ormai abbastanza definiti. La produzione avverrà nello stabilimento Stellantis di Kenitra, in Marocco, su piattaforma Smart Car. Il modello sarà proposto sia con cinque sia con sette posti e avrà una lunghezza intorno ai 4,4 metri.
Dal punto di vista del posizionamento, rappresenterà il vertice dell’offerta Fiat, almeno per quanto riguarda i SUV, una scelta coerente con la strategia del marchio che non intende spingersi oltre questo segmento per non perdere la propria identità, come ribadito più volte dallo stesso Francois. La gamma motori dovrebbe includere versioni benzina, ibride ed elettriche pure, in linea con la nuova strategia multi-energia del gruppo.

Il punto più discusso, però, resta proprio quello dei motori. Un nome come Grizzly richiama forza, carattere e robustezza, e proprio per questo ci si aspetta una proposta tecnica all’altezza. L’idea che questo SUV possa adottare gli stessi propulsori della Citroën C3 Aircross non entusiasma molti appassionati. In particolare, i motori PureTech continuano a dividere l’opinione pubblica, e per un modello che ambisce a essere il top di gamma Fiat si spera in qualcosa di più convincente, sia sul piano delle prestazioni sia su quello dell’affidabilità.
Sarebbe auspicabile, per una vettura dal nome così aggressivo, una gamma motori più “muscolosa” e coerente con la tradizione ingegneristica italiana, che non ha certo bisogno di lezioni dall’estero.
