Il Green Deal paralizza gli investimenti auto di Stellantis in Europa

Siamo nell’incertezza totale sul ban termico 2035: finché non arriva una decisione UE sul Green Deal, gli investimenti auto di Stellantis in Europa restano fermi.
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Investimenti auto di Stellantis in Europa paralizzati. Situazione bruttissima per l’automotive UE, come mai era accaduto in passato: col flop Green Deal auto elettrica 2019, la Commissione avrebbero dovuto prendere decisioni il 10 dicembre 2025. Invece prende tempo. Situazione analoga per certi versi per VW. Il Gruppo guidato da Antonio Filosa e quello che vede al comando Oliver Blume devono prima senza sapere cosa accadrà sulle norme CO2, sull’E-Car, sull’elettrico al 2035, sui biocarburanti, sulle flotte aziendali verdi e sulle semplificazioni dei regolamenti Cafe. Molto ruota attorno all’automobilina a pilette ultra low cost per fare concorrenza ai cinesi: quali agevolazioni? Con quali colonnine di ricaricano? Si ripiega sul termico come le kei car nipponiche?

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Poi bisogna vedere cos’è il Battery Booster. In teoria, soldi per lanciare la produzione di accumulatori anti Cina. Ma detto così è il vuoto pneumatico: per fare concorrenza a Pechino urgono investimenti immensi nell’elettrico. Se no, meglio fare la battaglia sul termico, dove si vince sicuro.

UE dilaniata dalle spaccauture

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Il guaio è che la solita mancanza di compattezza. Nel 2019, i verdi modaioli di Germania e Francia hanno imposto a tutti l’elettrico 2035 con multe enormi alle Case. Adesso Berlino vuole eliminare quanto ha costruito con le proprie mani mentre Parigi resta sul mezzo a batteria. L’Italia sta con i tedeschi, ma vuole il biocarburante. Invece i teutonici puntano all’e-fuel. Madrid va a braccetto con i francesi. È il caos totale, proprio quando USA, Russia e Cina premono Bruxelles.

Stellantis presenterà il nuovo piano industriale entro metà 2026. Ovvero tra maggio e giugno 2026_ in ritardo rispetto alla scadenza iniziale del primo trimestre. Negli Stati Uniti c’è già il  mega gettone di 13 miliardi di dollari. In Italia e in Europa non si sa. Giustamente, i lavoratori europei e del Belpaese guardano con molta invidia la libera scelta democratica dei clienti americani, che è un assist d’oro per investimenti e occupazione. C’è tanta voglia di massima e totale libertà anche in UE, con ispirazione ai sacri princìpi del Vecchio Continente.

Blocco VW

Blume ha annunciato nei giorni scorsi un piano di investimenti da 160 miliardi fino al 2030, con focus su prodotti, tecnologie e infrastrutture e una buona parte delle risorse dedicate a Germania ed Europa. Ma bisogna vedere l’allocazione esatta dei quattrini. Volkswagen ha rallentato con le BEV Porsche e valuta addirittura un impianto Audi negli USA. Decine di miliardi di euro restano a ballare nell’aria, sospesi nel nulla. Per non parlare dell’indotto, che cerca di riproteggersi cercando commissioni dai cinesi.

vw stellantis


Fuga di soldi e di cervelli

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L’immobilismo decisionale dell’Unione Europea, pressata dalle lobby verdi, è un freno finanziario per Stellantis e Volkswagen, ma rappresenta una minaccia esistenziale per l’intera catena di fornitura europea e per centinaia di migliaia di posti di lavoro. Le Case automobilistiche necessitano di orizzonti temporali lunghi, sui 10 anni, per pianificare e avviare la produzione di nuovi modelli. Ogni giorno di ritardo nella definizione chiara del quadro normativo post-2035 significa che denari e cervelli tendono a emigrare verso la nazione della libertà, gli States. Se si conferma il tutto elettrico 2035 UE, inutile mantenere linee termiche che potrebbero essere dichiarate obsolete da qui a pochi anni, sprecando capitali preziosi. La stessa Fiat 500 ibrida potrebbe essere un boom di pochi anni, per ragioni normative.