Le auto elettriche non sono tutte uguali. Lo hanno capito al Ministero dei Trasporti che ora ha deciso di introdurre una nuova e interessante classificazione. Sappiamo bene che le vetture ibride, dotate di un normale motore termico, possiedono un motore elettrico che viene affiancato a quest’ultimo. Le ibride mild hybrid invece possiedono soltanto un elemento a bassa potenza che aiuta in frenata, in avvio o a dare maggiore enfasi in fase di ripresa. Poi ci sono le full hybrid che hanno motori elettrici dotati di batterie a grande capacità, in grado di spingere la vettura verso valori di autonomia più interessanti ma sono anche in grado di aumentare le prestazioni.
Le ibride plug-in invece sono dotate delle batterie ricaricabili, cosa che permette di utilizzare la vettura in modalità completamente elettrica. Si ricaricano attingendo ad una presa di corrente esterna. Fino a questo momento queste tre differenti tipologie di vetture elettriche venivano considerate allo stesso modo, soprattutto in termini di agevolazioni su bollo, parcheggi, ZTL e quindi permessi per la circolazione stradale.
Il Ministero dei Trasporti ha pensato quindi di dividere le ibride in tre fasce legate alle emissioni prodotte. O meglio a quelle registrate durante l’omologazione della vettura. La suddivisione viene quindi operata in questo modo:
- Gruppo 1, vi appartengono le vetture che emettono fino a 60 g/km di CO2
- Gruppo 2, vi appartengono le vetture che emettono CO2 tra 61 e 95 g/km
- Gruppo 3, vi appartengono le vetture che emettono oltre 95 g/km
La nuova suddivisione dei veicoli elettrici proposta dal Ministero dei Trasporti, sebbene non sia stato dichiarato dal Ministero stesso, potrebbe essere utilizzata per concedere benefici derivanti dalla classe di appartenenza. E quindi dalla quantità di CO2 immessa in atmosfera.